Cari proprietari (di gatti) oggi voglio parlarvi di una malattia che terrorizza tutti voi e cioè la leucemia felina abbreviata nella famosa sigla FeLV.
Che cos’è la leucemia felina?
La leucemia felina non è come si pensa una malattia tumorale ma una malattia infettiva contagiosa provocata da un retrovirus che infetta i gatti. Il virus va a portare a uno stato di immunodepressione generalizzata e quindi una maggior predisposizione del gatto a sviluppare infezioni in vari distretti. Inoltre provoca infezione primaria delle cellule staminali emopoietiche (le cellule contenute nel midollo osseo che producono i globuli rossi) provocando l’anemia non rigenerativa tipica della FeLV.
Quali sono i sintomi della leucemia felina?
Purtroppo questa malattia non crea sintomi caratteristici. Nel momento in cui il virus si manifesta (può rimanere anni in forma quiescente all’interno del gatto) provoca un decadimento generale delle condizioni di salute, i sintomi possono essere i più vari, i più frequenti sono:
- Perdita di peso,
- Febbre,
- Disidratazione,
- Rinite,
- Diarrea,
- Congiuntivite,
- Infezioni orali,
- Aumento di volume dei linfonodi
- Sono predisposti a sviluppare linfoma.
Solitamente la leucemia si manifesta con una grave anemia non rigenerativa macrocitica normocromica che può portare il gatto a morte anche in pochi giorni senza necessariamente aver mostrato gli altri sintomi.
Come si trasmette la leucemia felina?
I gatti si passano il virus tra loro attraverso la saliva, il leccamento, il morso, la cassetta dei bisogni o ciotola del cibo usata da un gatto infetto (occorrenza rara) e attraverso il latte durante l’allattamento. La trasmissione infatti può avvenire anche da una madre infetta ai suoi cuccioli, prima della nascita, durante la gravidanza, o durante l’allattamento. I gatti giovani sotto gli otto mesi di età sono più sensibili all’infezione mentre con l’aumentare dell’età diventano più resistenti.
Quanto sopravvive il virus FeLV nell’ambiente?
Anche se non c’è la certezza assoluta si pensa che possa sopravvivere solo 2 ore in un ambiente secco, e circa 48 ore in un ambiente umido (quale una cassetta dei bisogni). In assenza di studi significativi sulla sopravvivenza del virus FeLV nell’ambiente è bene tenere come punto di riferimento dalla 2 alle 48 ore in ogni situazione climatica.
Come si fa diagnosi di leucemia felina?
Esistono sostanzialmente due test.
- Il test ELISA (quello rapido che fa il veterinario) che rileva il virus presente nel plasma e in alcuni casi dopo settimane o mesi il gatto si può negativizzare. Può dare anche dei falsi positivi.
- Il test IFA su midollo (fatto da laboratori specializzati) indica che il gatto ha il virus già a livello di midollo e a questo punto la negativizzazione è quasi impossibile e il gatto sarà persistentemente infetto.
Tutti questi test non sono affidabili al 100%. Il test ELISA per la sua velocità è preferibile per lo screening di base. L’IFA si preferisce usarlo come test di conferma su un risultato ELISA dubbio o da verificare. Il vaccino non ha influenza sui test in quanto questi ultimi ricercano gli antigeni virali non gli anticorpi (che produce il gatto in seguito al vaccino).
Se il vostro gatto è Felv positivo com’è il decorso della malattia?
Non è detto. Circa lo 0.5% dei gatti domestici è persistentemente infetto da FeLV, ma molti più gatti domestici (>35%) hanno anticorpi IgG specifici che indicano una precedente esposizione e successivo sviluppo di immunità invece dell’infezione. I cuccioli possono nascere con la malattia, avendola contratta dalla madre in utero. L’infezione è molto maggiore nei gatti di città, di colonia o di gattile che nei gatti di campagna: ciò è dovuto interamente alla quantità di contatti che i gatti hanno l’uno con l’altro.
La malattia ha un ampio spettro di effetti. Il gatto può combattere l’infezione e diventare totalmente immune, può diventare un portatore sano che non si ammala mai lui stesso ma può infettare altri gatti, un caso intermedio in cui il gatto ha un sistema immunitario compromesso.
Se il vostro gatto ha la FeLV esiste una cura aiutarlo?
Innanzitutto essendo potenzialmente esposto a molte patologie secondarie e a una maggior incidenza di linfoma il gatto FeLV positivio va controllato molto attentamente tramite ceck-up della salute ogni 6 mesi/1 anno. Nessun sintomo va sottovalutato e qualsiasi malessere va prontamente curato e tenuto sottocontrollo. Esistono poi dei trattamenti immunomodulanti e antivirali che devono accompagnare la vita del gatto FeLV positivo nell’intento di posticipare l’insorgenza della leucemia.
Qual è l’aspettativa di vita di un gatto con la leucemia felina?
E’ difficile fare una previsione. Dipende anche da quando viene scoperta la positività al virus rispetto alla comparsa dei sintomi. Possono soppravvivere anche diversi anni prima di sviluppare i sintomi.
Esiste una forma di leucemia felina fulminante?
Diciamo che si parla di leucemia felina fulminante impropriamente quando il gatto sviluppa sintomi e si fa il test in quel frangente. Nel momento che il test viene eseguito su gatto con già evidenti sintomi solitamente l’esito è letale a distanza di pochi giorni. La positività al virus probabilmente l’aveva già da diverso tempo, solo che si è scoperta all’ultimo. Un’altra osservazione è che quando iniziano i sintomi (ad esempio un grave anemia leucemica) si arriva a morte in pochissimo tempo.
Esiste il vaccino per la leucemia felina?
Si ma bisogna ricordare che il vaccino non è efficace al 100% e per prevenire l’infezione evitare il contatto con i gatti infetti è la prima cosa. La decisione di vaccinare un singolo gatto contro questo virus deve basarsi sull’età del soggetto e sul suo rischio di esposizione. Prima di vaccinare, è necessario eseguire il test per la FeLV: se risulta positivo, non deve essere vaccinato e deve essere allontanato dagli altri gatti. In caso negativo, il gatto può essere vaccinato e il richiamo sarà annuale, preceduto sempre dal test.
Come si può fare prevenzione per la leucemia felina?
Fondamentalmente la prevenzione si basa sull’utilizzo del vaccino nei gatti sani a rischio contagio (allevamenti, colonie) associato all’isolamento dei gatti infetti. Importante è la castrazione dei gatti maschi e la sterilizzazione delle gatte femmine che vanno fuori.
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Mi chiamo Laura e volevo un suo parere se possibile: ho da poco perso il mio gatto di 6 anni malato di felv + da quando aveva 1 mese. A parte il mese in cui, trovatello lo abbiamo portato a fare vista e scoperto la felv, con febbre alta e abbattimento, poi, una volta superata questa fase è stato bene per 6 anni. Poi qualche settimana fa abbiamo notato mangiava di meno, fino al punto da non toccare cibo in un giorno, pensiamo ad un mal di gola, così lo facciamo vistare, fanno emocromo e biochimico risulta solo una lieve alterazione dei parametri del fegato oltre alla presenza della felv ma con parametri accettabili. Il responso è stato asma felina. Facciamo aerosol per una settimana con FLUSPIRAL 50, ma lui continuava a non mangiare, preoccupate chiediamo se sia la felv ad essersi svegliata, ci dicono di no, che riprenderà a mangiare man mano che i sintomi dell’asma rientreranno. Invece non mangia, ci prescrivono antibiotico che però rifiuta così come il glutamax forte per quei parametri alterati del fegato . Lo facciamo visitare di nuovo e non capiscono perché non mangi visto che sembra in salute:le analisi fatte 8 giorni prima buone e il respiro migliorato. Intanto passano 10 giorni dalla prima visita dove il gatto mangia ancora pochissimo e senza nessuna copertura medica, alla fine di comune accordo lo ricoverano, fanno le analisi e ci dicono che non ha nessun problema, decidono di alimentarlo con sondino per stimolargli appetito e fluidoterapia e viene fatto protocollo contro lipidiosi epatica. Dopo tre giorni di ricovero e fatte nuovamente analisi ed eco addome, essendo tutto nella norma, ed essendo lui reattivo e vivace, viene dimesso. Ci dicono che piano piano mangerà. Invece dorme due giorni e non vuole mangiare non tocca cibo per tre giorni e riportato in clinica ha febbre alta e lipidiosi epatica, probabile si sia svegliata la felv, ci dicono, e fanno terapia di mantenimento per febbre e fegsto, ma non lo ricoveri amo. ci dicono di prepararci alla sua fine. Infatti dopo tre giorni muore. Chiedo se potevamo aiutarlo con una terapia di vitamine in questi 20 giorni, o un ricovero preventivo con fluidoterapia antibiotica e vitaminici per supportarlo e scongiurare un crollo delle difese immunitarie, anche se aveva solo asma, perché per quanto non si muioa con l’asma era pur sempre un gatto felv+. Dalla prima visita effettuata alla sua morte sono trascorsi 20 giorni, Potevamo aiutarlo a resistere forse se supportato anche per la felv? Grazie.
Mi dispiace ma è impossibile dare un parere su un paziente senza averlo mai visto. Non posso sapere di cosa è morto.