
Cari proprietari (di gatti) oggi voglio parlarvi di una malattia che terrorizza tutti voi e cioè la leucemia felina abbreviata nella famosa sigla FeLV.
Che cos’è la leucemia felina?
La leucemia felina non è come si pensa una malattia tumorale ma una malattia infettiva contagiosa provocata da un retrovirus che infetta i gatti. Il virus va a portare a uno stato di immunodepressione generalizzata e quindi una maggior predisposizione del gatto a sviluppare infezioni, malattie autoimmuni e neoplasie in vari distretti. Inoltre provoca infezione primaria delle cellule staminali emopoietiche (le cellule contenute nel midollo osseo che producono i globuli rossi) provocando l’anemia non rigenerativa tipica della FeLV. Ma non tutti si ammalano. La Felv infatti presenta varie forme e decorsi.
Cosa succede se il gatto contrae il virus della Felv?
Il gatto può contrarre il virus e può sviluppare varie forme di Felv:
La forma PROGRESSIVA
Il 30% ha questa forma. La classica forma che tutti conosciamo e che porta a malattia. Una volta entrato il virus provoca viremia persiste e si replica per più di 16 settimane. Dopo quel periodo il gatto risulterà viremico e infettivo a vita andando incontro alle patologie FeLV-correlate. Il gatto avrà pochi anticorpi. Questa forma è tipica dei gatti giovani che vivono in un ambiente con alta pressione infettiva, esposti continuamente al virus. In gatti che hanno solo contatti episodici con un gatto infetto hanno una probabilità molto bassa di sviluppare un’infezione progressiva.
Felv REGRESSIVA o LATENTE
Il 30-40% dei gatti ha questa forma. Dopo il contagio abbiamo una fase di viremia, che dura dalle 3 alle 6 settimane, l’antigene p27 è presente nel sangue (il gatto risulta positivo ad ELISA). I gatti con la forma regressiva mostrano titoli anticorpali alti persistentemente ma non manifestano malattie correlate alla Felv. Tuttavia l’infezione regressiva potrebbe essere associata allo sviluppo di linfomi o sopressione midollare. L’infezione si può riattivare anche dopo molti anni, ad esempio in seguito a immunospressione e sviluppare quindi nuovamente viremia e malattia. Una volta nel midollo il virus viene inattivato, non provoca malattia ma si può riattivare in caso di immunodepressione del paziente e tornare in forma progressiva. Il gatto in fase di latenza nel midollo non è contagioso.
La forma ABORTIVA:
Il 30% ha questa forma. Il gatto risulta negativo a tutti i test e l’unico parametro che rileva l’avvenuta esposizione è un alto livello di anticorpi che durano anni o tutta la vita; questi gatti non infettano gli altri e non si ammalano. Di fatto sono resistenti alla Felv.
- Esiste poi una Forma Atipica molto rara dove il virus è localizzato solo in alcuni organi come vescica e ghiandole mammarie.
Qunado un gatto Felv è contagioso?
Solo i gatti viremici sono contagiosi e cioè i gatti che hanno il virus circolante nel sangue. Sono quindi infettivi e possono trasmettere il virus a altri gatti sani solo i gatti che hanno contratto il virus e sono in una delle seguenti fasi:
- per tutta la loro vita i gatti che hanno la forma progressiva,
- le prime 3-6 settimane dei gatti che poi svilupperanno la forma regressiva
- durante le fasi di riattivazione della fase regressiva.
Quali sono i sintomi della leucemia felina?
Purtroppo questa malattia non crea sintomi caratteristici. Se il gatto ha la forma progressiva o si riattiva dalla forma regressiva andrà inevitabilmente incontro a sintomi e morte. Nel momento in cui il virus entra in azione provoca un decadimento generale delle condizioni di salute, i sintomi possono essere i più vari:
- Perdita di peso,
- Febbre,
- Disidratazione,
- Rinite,
- Diarrea,
- Congiuntivite,
- Infezioni orali,
- Aumento di volume dei linfonodi
- Sono predisposti a sviluppare linfoma.
Solitamente la leucemia si manifesta con una grave anemia non rigenerativa macrocitica normocromica che può portare il gatto a morte anche in pochi giorni senza necessariamente aver mostrato gli altri sintomi.

Come si trasmette la leucemia felina?
I gatti si passano il virus tra loro attraverso la saliva, il leccamento, il morso, la cassetta dei bisogni o ciotola del cibo usata da un gatto infetto (occorrenza rara) e attraverso il latte durante l’allattamento. La trasmissione infatti può avvenire anche da una madre infetta ai suoi cuccioli, prima della nascita, durante la gravidanza, o durante l’allattamento. I gatti giovani sotto gli otto mesi di età sono più sensibili all’infezione mentre con l’aumentare dell’età diventano più resistenti.
Quanto sopravvive il virus FeLV nell’ambiente?
Anche se non c’è la certezza assoluta si pensa che possa sopravvivere solo 2 ore in un ambiente secco, e circa 48 ore in un ambiente umido (quale una cassetta dei bisogni). In assenza di studi significativi sulla sopravvivenza del virus FeLV nell’ambiente è bene tenere come punto di riferimento dalla 2 alle 48 ore in ogni situazione climatica.
Come si fa diagnosi di leucemia felina?
Esistono sostanzialmente diversi test:
- Il test ELISA (quello rapido che fa il veterinario) che rileva l’antigene virale p27 presente nel plasma e in alcuni casi dopo settimane o mesi il gatto si può negativizzare se la positività era correlata alla viremia che precede la forma regressiva o abortiva. Può dare anche dei falsi positivi. Falsi negativi possono esserci nei primi giorni post infezione prima che si instauri la viremia. Risulteranno negativi i gatti con la forma regressiva, abortiva o atipica. Il vaccino e gli anticorpi materni non interferiscono con questo test.
- Il test IFA su sangue o midollo (fatto da laboratori specializzati) indica che il gatto ha il virus già a livello di midollo e a questo punto la negativizzazione è quasi impossibile e il gatto sarà persistentemente infetto. Questo test può dare sia falsi positivi che falsi negativi.
- PCR su sangue o midollo. Test molto sensibile si usa per confermare la presenza del virus. Può individuare i gatti infetti con anticipo rispetto al test rapido.
Tutti questi test vanno interpretati. Nessuno di questi test può essere usato singolarmente per capire lo stato o la forma della FeLv del singolo paziente. Se ci sono risultati dubbi o contrastanti con la clinica del gatto vanno ripetuti. Il test ELISA per la sua velocità è preferibile per lo screening di base. L’IFA si preferisce usarlo come test di conferma su un risultato ELISA dubbio o da verificare. Il vaccino non ha influenza sui test in quanto questi ultimi ricercano gli antigeni virali non gli anticorpi (che produce il gatto in seguito al vaccino).
Perchè a volte i risultati dei test FeLv sono dubbi?
Se la viremia persiste (indicativamente) oltre le 3 settimane si ha il coinvolgimento midollare. Nel midollo il virus si integra con il DNA del gatto e lì resta. In questa fase di forte viremia si possono avere risultati discordanti dai test: i test ELISA che ricercano il p27 libero risultano negativi (perchè il virus non circola più libero ma è nascosto nel midollo e nelle cellule) mentre l’immunofluorescenza (IFA) che ricerca l’antigene intracellulare, risulta positivo ed è indicativo dell’avvenuta infezione del midollo osseo. Quindi, nella prima fase della viremia avremo i test antigenici p27 ELISA su sangue positivi e IFA negativi, mentre, dopo l’infezione del midollo potremmo avere p27 sierico negativo e IFA positivo.

Se il vostro gatto è Felv positivo com’è il decorso della malattia?
Non è detto. Circa lo 0.5% dei gatti domestici è persistentemente infetto da FeLV, ma molti più gatti domestici (>35%) hanno anticorpi IgG specifici che indicano una precedente esposizione e successivo sviluppo di immunità invece dell’infezione. I cuccioli possono nascere con la malattia, avendola contratta dalla madre in utero. L’infezione è molto maggiore nei gatti di città, di colonia o di gattile che nei gatti di campagna: ciò è dovuto interamente alla quantità di contatti che i gatti hanno l’uno con l’altro.
Se il vostro gatto ha la FeLV esiste una cura aiutarlo?
Innanzitutto essendo potenzialmente esposto a molte patologie secondarie e a una maggior incidenza di linfoma il gatto FeLV positivio va controllato molto attentamente tramite ceck-up della salute ogni 6 mesi/1 anno. Nessun sintomo va sottovalutato e qualsiasi malessere va prontamente curato e tenuto sottocontrollo. Esistono poi dei trattamenti immunomodulanti e antivirali che devono accompagnare la vita del gatto FeLV positivo nell’intento di posticipare l’insorgenza della leucemia. Vano vaccinati contro le altre malattie infettive.
Qual è l’aspettativa di vita di un gatto con la leucemia felina?
E’ difficile fare una previsione. Dipende anche da quando viene scoperta la positività al virus rispetto alla comparsa dei sintomi. Possono soppravvivere anche diversi anni prima di sviluppare i sintomi. I gatti persistentemente viremici possono avere un’ottima qualità di vita senza malattie correlate per molto tempo. I tempi medi di sopravvivenza sono 4 anni.
Esiste una forma di leucemia felina fulminante?
Diciamo che si parla di leucemia felina fulminante impropriamente quando il gatto sviluppa sintomi e si fa il test in quel frangente. Nel momento che il test viene eseguito su gatto con già evidenti sintomi solitamente l’esito è letale a distanza di pochi giorni. La positività al virus probabilmente l’aveva già da diverso tempo, solo che si è scoperta all’ultimo. Un’altra osservazione è che quando iniziano i sintomi (ad esempio un grave anemia leucemica) si arriva a morte in pochissimo tempo.
Esiste il vaccino per la leucemia felina?
Si ma bisogna ricordare che il vaccino non è efficace al 100% e per prevenire l’infezione evitare il contatto con i gatti infetti è la prima cosa. La decisione di vaccinare un singolo gatto contro questo virus deve basarsi sull’età del soggetto e sul suo rischio di esposizione. Prima di vaccinare, è necessario eseguire il test per la FeLV: se risulta positivo, non deve essere vaccinato e deve essere allontanato dagli altri gatti. In caso negativo, il gatto può essere vaccinato e il richiamo sarà annuale, preceduto sempre dal test.
Come si può fare prevenzione per la leucemia felina?
Fondamentalmente la prevenzione si basa sull’utilizzo del vaccino nei gatti sani a rischio contagio (allevamenti, colonie) associato all’isolamento dei gatti infetti. Importante è la castrazione dei gatti maschi e la sterilizzazione delle gatte femmine che vanno fuori.
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2 Comments
Mi chiamo Laura e volevo un suo parere se possibile: ho da poco perso il mio gatto di 6 anni malato di felv + da quando aveva 1 mese. A parte il mese in cui, trovatello lo abbiamo portato a fare vista e scoperto la felv, con febbre alta e abbattimento, poi, una volta superata questa fase è stato bene per 6 anni. Poi qualche settimana fa abbiamo notato mangiava di meno, fino al punto da non toccare cibo in un giorno, pensiamo ad un mal di gola, così lo facciamo vistare, fanno emocromo e biochimico risulta solo una lieve alterazione dei parametri del fegato oltre alla presenza della felv ma con parametri accettabili. Il responso è stato asma felina. Facciamo aerosol per una settimana con FLUSPIRAL 50, ma lui continuava a non mangiare, preoccupate chiediamo se sia la felv ad essersi svegliata, ci dicono di no, che riprenderà a mangiare man mano che i sintomi dell’asma rientreranno. Invece non mangia, ci prescrivono antibiotico che però rifiuta così come il glutamax forte per quei parametri alterati del fegato . Lo facciamo visitare di nuovo e non capiscono perché non mangi visto che sembra in salute:le analisi fatte 8 giorni prima buone e il respiro migliorato. Intanto passano 10 giorni dalla prima visita dove il gatto mangia ancora pochissimo e senza nessuna copertura medica, alla fine di comune accordo lo ricoverano, fanno le analisi e ci dicono che non ha nessun problema, decidono di alimentarlo con sondino per stimolargli appetito e fluidoterapia e viene fatto protocollo contro lipidiosi epatica. Dopo tre giorni di ricovero e fatte nuovamente analisi ed eco addome, essendo tutto nella norma, ed essendo lui reattivo e vivace, viene dimesso. Ci dicono che piano piano mangerà. Invece dorme due giorni e non vuole mangiare non tocca cibo per tre giorni e riportato in clinica ha febbre alta e lipidiosi epatica, probabile si sia svegliata la felv, ci dicono, e fanno terapia di mantenimento per febbre e fegsto, ma non lo ricoveri amo. ci dicono di prepararci alla sua fine. Infatti dopo tre giorni muore. Chiedo se potevamo aiutarlo con una terapia di vitamine in questi 20 giorni, o un ricovero preventivo con fluidoterapia antibiotica e vitaminici per supportarlo e scongiurare un crollo delle difese immunitarie, anche se aveva solo asma, perché per quanto non si muioa con l’asma era pur sempre un gatto felv+. Dalla prima visita effettuata alla sua morte sono trascorsi 20 giorni, Potevamo aiutarlo a resistere forse se supportato anche per la felv? Grazie.
Mi dispiace ma è impossibile dare un parere su un paziente senza averlo mai visto. Non posso sapere di cosa è morto.