Cari proprietari oggi parliamo di una delle malattie per cui si vaccina il cane e cioè la Malattia di Rubath meglio conosciuta come l’epatite infettiva del cane.
Cos’è l’epatite infettiva del cane?
L’epatite infettiva del cane è una malattia infettiva contagiosa, causata dall’ Adenovirus canino tipo 1 conosciuto anche con la sigla CAdV1. Si tratta di un virus a DNA “nudo”. Quando si parla di un virus “nudo”, si fa riferimento ad un virus senza envelope, ovvero sprovvisto del rivestimento lipidico che ricopre alcuni virus e che li rende più facilmente degradabili; i virus sprovvisti di tale rivestimento, sono molto più resistenti, di conseguenza non è sufficiente l’utilizzo di comuni detergenti per eliminarlo. CAdV1 è molto simile all’Adenovirus canino tipo 2 (CAdV2) che è invece uno dei patogeni responsabili della tosse dei canili (o CIRD).
Come si infetta il cane?
Un cane sano può infettarsi in due modi:
- Tramite contatto diretto con secreti infetti di un animale malato, quindi attraverso starnuti o leccamenti, ingestione di urine o feci.
- Per via indiretta: il fatto di essere un virus “nudo” gli conferisce una grande resistenza in ambiente; ciò significa che un cane malato può contaminare gli ambienti o gli oggetti (ad esempio ciotole, cucce, giochi etc) e, quando un cane sano entra in contatto con essi, può infettarsi.
Cosa succede nell’animale?
Quando un cane sano entra a contatto con i secreti infetti, il virus inizia a replicare e, tramite il sangue, raggiunge i vari organi (parliamo di viremia). Arriva quindi nel polmone, nel fegato, nei linfonodi, nel cervello eccetera. Intorno al settimo giorno, iniziano ad essere prodotti gli anticorpi o immunoglobuline. Gli anticorpi si legano all’antigene del virus formando ciò che viene definito immunocompelsso, che tende poi a precipitare sulla parete dei vasi (vene, arterie). A questo segue poi una complessa reazione infiammatoria che è alla base di molti dei sintomi. Gli organi maggiormente interessati sono: reni, occhi e fegato.

Quali sono i sintomi dell’epatite infettiva del cane?
Il periodo d’incubazione, ovvero il tempo che intercorre tra l’infezione e la comparsa dei sintomi, è di circa 2-4 gg. La malattia tende ad essere grave nei cuccioli mentre, nei cani con più di un anno di età, i sintomi sono più lievi, fino a divenire quasi impercettibili nei cani adulti.
I sintomi possono essere:
- Febbre, che può arrivare a superare i 40°C;
- Ingrossamento dei linfonodi;
- Scarso appetito;
- Stanchezza: questo è evidente soprattutto nei cuccioli, i quali dovrebbero essere molto attivi;
- Tosse;
- Edemi;
- Vomito;
- Diarrea;
- Dolore addominale;
- Disidratazione;
- Uveite (occhio blu):
- Congiuntivite;
- Nei casi gravi si possono avere disturbi della coagulazione, che può variare da piccoli ematomi e petecchie emorragiche fino ad arrivare a stati di DIC;
- Nei casi molto gravi si possono avere sintomi neurologici.
Come si fa la diagnosi di epatite infettiva del cane?
Per la diagnosi, ciò che più aiuta è l’anamnesi, è importante sapere il quadro vaccinale del cucciolo e della madre. I sintomi, uniti all’anamnesi, sono fortemente indicativi ma la diagnosi clinica non è sufficiente poiché l’epatite infettiva di Rubarth presenta molti sintomi in comune con altre malattie infettive quali: leptospirosi, ehrlichiosi e parvovirosi; per questo motivo è necessario effettuare dei test che possano confermare la malattia.
I test che si possono effettuare sono:
- test sierologici
- PCR che ci aiuta non solo a rilevare ma anche a differenziare CAdV1 (che causa l’epatite infettiva) da CAdV2 (che causa la CIRD). Per questo test i campioni vengono prelevati da diverse sedi, in base alla tipologia di sintomi come ad esempio Tamponi orofaringei o tamponi rettali
Vengono effettuati anche altri esami come: emocromo, biochimico, esame delle urine; può essere consigliata anche una ecografia, che non serve per fare una diagnosi ma per capire la gravità e l’interessamento degli organi, al fine di stabilire la terapia più adeguata.
L’epatite infettiva dela cane si trasmette all’uomo?
No, si tratta di un virus specie specifico che colpisce il cane e i canidi selvatici. Nelle volpi, in particolare, causa una malattia che prende il nome di encefalite epizootica, caratterizzata da sintomi neurologici. La possibilità di trasmissione da cane a volpe e viceversa, comporta che i cani non vaccinati che condividono gli ambienti con le volpi siano molto più a rischio.
Esiste una cura per l’epatite infettiva del cane?
Non esiste un farmaco antivirale nei confronti di CAdV1, il cucciolo malato dovrebbe essere ricoverato per fornire una terapia di supporto, volta a farlo sopravvivere, come ad esempio:
- Fluidoterapia: per compensare la perdita di liquidi;
- Possono essere somministrati antibiotici nel caso in cui si abbia una infezione batterica secondaria;
- Cortisonici: essendo una malattia immuno-mediata, possono essere molto utili; Tuttavia, si tratta di un farmaco che deve essere somministrato con cautela poiché potrebbe causare uno scompenso nel caso di danni a carico del rene.

Quanto è diffusa?
Ad oggi, in Italia, nel cane non è una malattia molto diffusa, grazie alla vaccinazione, come già detto è maggiormente diffusa in ambienti condivisi tra volpi e cani.
Esiste un vaccino?
Il vaccino nei confronti dell’epatite virale esiste ed è inserito tra i vaccini “core” nelle linee guida vaccinali WSAWA, si tratta quindi di un vaccino altamente consigliato. Si ritrova infatti in tutte le preparazioni polivalenti (trivalente, eptavalente etc). CAdV1 e CAdV2 sono molto simili, hanno antigeni comuni e cross-reagiscono; ciò significa che gli anticorpi che vengono prodotti nei confronti di CAdV1 hanno azione anche nei confronti di CAdV2; questo meccanismo prende il nome di vaccinazione eterologa. La vaccinazione eterologa si è scelta perché i vaccini a base di CAdV1, usati fino a qualche anno fa, causavo “l’occhio blu”.
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