Cari Proprietari oggi abbiamo il piacere di avere come ospite la Dott.ssa Silvia Zordan che ci parlerà del Tritrichomonas foetus nel gatto. La collega si occupa di medicina interna nella Clinica Europa a Ferrara e nell’ambulatorio di San Benedetto Val di Sambro (BO).

Ciao Silvia, grazie di partecipare ad Amica Veterinaria:
Che cos’è il Tritrichomonas fouetus nel gatto?
Il Tritrichomonas foetus è un protozoo appartenente alla famiglia delle Trichomonadidae che colonizza il colon e l’ileo distale dei gatti, esitando in diarrea cronica del grosso intestino.
Chi colpisce prevalentemente il Tritrichomonas foetus?
E’ una malattia diagnosticata in tutto il mondo (Europa, Nord America, Australia, Asia). La prevalenza dell’infezione può essere piuttosto elevata, in particolare nei gatti giovani (soprattutto entro l’anno di età) e di razza (Bengal, Siamesi, Norvegesi delle foreste, Abissini sembrano essere sovrarappresentati in certi paesi) che vivono in ambienti ad alta densità di popolazione (rifugi, allevamenti); ciò nonostante è stata identificata un’alta prevalenza di infezione anche in gatti anziani e di razza mista, nonché in gatti che vivono da soli ed esclusivamente in casa in quanto possono aver acquisito l’infezione nelle prime fasi di vita ed essere portatori.
Come prende il Tritrichomonas foetus il gatto?
La tritricomoniasi può verificarsi come coinfezione soprattutto con Giardia e coccidi, ma anche con altri protozoi enterici come Toxoplasma gondii, Isospora, Cryptosporidium e Sarcocystis. La malattia viene trasmessa da gatto a gatto tramite via oro fecale; la condivisione di lettiere gioca quindi un ruolo fondamentale nella trasmissione del patogeno. Essendo un parassita che non forma cisti, non può sopravvivere per periodi prolungati nell’ambiente (nelle feci umide può sopravvivere fino a 3 giorni).

Quali sono i sintomi della tritricomoniasi nel gatto?
Il segno clinico caratteristico della Tritricomoniasi è una diarrea cronica intermittente del grosso intestino; la consistenza delle feci è frequentemente poltacea (fecal score 6-7/7) e possono essere presenti muco (59% dei casi) e/o ematochezia (46% dei casi). Altri segni clinici possono essere:
- tenesmo fecale (43% dei casi),
- dischezia (dolore alla defecazione),
- dolorabilità e arrossamento dell’ano,
- aumento della frequenza di defecazione,
- flatulenze.
- fino al 20% dei gatti infetti possono presentare anche segni clinici sistemici che includono anoressia, depressione del sensorio, vomito e perdita di peso.
Per quanto tempo possono durere i sintomi provocati dal Tritrichomonas foetus nel gatto?
I segni clinici persistono per 5-24 mesi (media 9 mesi) dal momento della diagnosi. Più della metà dei gatti che va incontro a remissione clinica della malattia mantiene una positività alla PCR (eseguita sulle feci) per la determinazione del protozoo (portatori asintomatici) e potranno manifestare una ricaduta (diarrea). E’ inoltre fondamentale sapere che molti gatti infetti non manifestano alcun segno clinico (soprattutto gatti anziani).
Come si fa diagnosi di Tritrichomonas foetus?
La diagnosi può essere emessa in diversi modi (esame di uno striscio fecale, esame colturale delle feci) ma il metodo più sensibile e specifico risulta essere l’esecuzione di una PCR da un campione di feci. Il campione ideale di feci da analizzare deve essere fresco, non sottoposto a refrigerazione, in quantitativi adeguati rispetto al test che verrà utilizzato e bisogna assicurarsi che il gatto non abbia ricevuto antibiotici nei 7 giorni precedenti il campionamento.
Esiste una cura o terapia efficace per il Tritrichomonas foetus nel gatto?
La ricerca di un trattamento sicuro ed efficace per la tritricomoniasi è ancora in corso. Il parassita ha mostrato scarsa sensibilità al trattamento antibiotico con metronidazolo e tinidazolo; il ronidazolo è attualmente il farmaco di scelta per la terapia. La dose raccomandata è di 30 mg/kg al giorno per 2 settimane; alte dosi di tale farmaco sono associate a sviluppo di neurotossicità (effetti dose dipendenti rappresentati da iporessia, alterazioni del sensorio, letargia, atassia, tremori del muso, iperestesia, debolezza a carico del treno posteriore, occasionalmente crisi epilettiche).

Cosa fare per prevenire reinfestazioni?
Per evitare la possibilità di reinfezione, durante il trattamento bisogna mantenere le lettiere pulite e secche (l’umidità favorisce la sopravvivenza del protozoo) e mettere in quarantena il paziente malato fino a quando non è possibile stabilire l’esito del trattamento. In corso di terapia si assiste ad un miglioramento dello score fecale in qualche giorno fino alla normalizzazione dello stesso entro 2 settimane; in alcuni gatti il miglioramento potrebbe non verificarsi, spesso a causa della grave colite.
Si può avere una recidiva della trichomoniasi dopo la fine del trattamento?
I sintomi possono recidivare dopo il trattamento poiché non sempre si verifica l’eliminazione completa del parassita. In alcuni studi è stato evidenziato che l’inclusione di probiotici nel protocollo terapeutico può decrementare il rischio di recidiva al termine del trattamento.
Qual è la prognosi? Il gatto può guarire?
La prognosi risulta essere buona. Dopo l’infezione, molti gatti non manifestano alcun segno clinico. Nell’88% dei gatti con diarrea (non trattati o non responsivi ai trattamenti) la consistenza delle feci torna spontaneamente alla normalità entro 2 anni dall’infezione (durata media 135 giorni).
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