Cari proprietari oggi voglio affrontare con voi un argomento che è allo stesso tempo molto sottovalutato e molto dibattuto fra gli appassionati di gatti e cioè le cause di stress nel gatto. Si avete capito bene, anche il gatto si stressa. Con stress nel gatto intendo l’insieme di segnali comportamentali anomali che manifesta per rispondere a fattori ambientali che non rispondono ai suoi bisogni etologici. Quando i fabbisogni etologici del gatto vengono ignorati o insufficientemente soddisfatti il suo comportamento si modifica sempre più fino a portare a problemi di convivenza con il proprietario.
Quanto siamo abituati a considerare lo stress nel gatto?
Se per il cane si incomincia ad osservare una maggior presa di coscienza da parte dei proprietari sui problemi comportamentali, nel gatto le manifestazioni comportamentali patologiche vengono quasi sempre ignorate a meno che non vadano a minare la pacifica convivenza con la famiglia. Ecco che la minzione inappropriata (al di fuori della cassetta), le vocalizzazioni notturne e gli attacchi violenti del gatto verso il proprietario diventano i principali motivo di abbandono del felino di casa.
Per evitare lo stress nel gatto dobbiamo quindi partire dal conoscere i sui fabbisogni etologici di base:
Il territorio:
Uno dei primi fabbisogni etologici del gatto sono la caccia e l’esplorazione. Il territorio del gatto in libertà può andare da un minimo di 10 a un massimo di 70 ettari in base alle risorse disponibili sul territorio. Questo semplice dato ci fa già capire che relegare il gatto alla vita di appartamento è di per se una forzatura. Bisogna quindi attrezzare la propria casa per fornire al micio il massimo arricchimento ambientale. Si trovano tantissime opinioni diverse sulla metratura minima di un appartamento per tenere un gatto. Io personalmente sono abbastanza estrema verso l’alto e consiglio almeno 70 metri quadri per gatto per essere sicuri di avere il minimo livello di stress (legato allo spazio).
Come va gestito il “territorio casalingo” per ridurre lo stress nel gatto?
Una volta che avete a disposizione una metratura adeguata dovete impegnarvi per rendere la casa a “misura di gatto”!
Semplificando possiamo considerare 3 zone fondamentali del territorio di un gatto:
Zona riposo: la stanza in cui si ritira per riposarsi. Solitamente coincide con la nostra stanza da letto in quanto la più tranquilla e la più buia della casa. Nella zona di riposo il gatto non va mai disturbato ed è buona norma non vietargli mai l’accesso chiudendo la porta quando non ci siamo.
Area gioco e interazione: possono essere anche più aree ovviamente all’interno della casa, dove corre, salta, gioca, interagisce con noi. E’ la zona più trafficata della casa ed è qui che va fatto arricchimento ambientale. Se avete a disposizione un grande terrazzo diventerà una risorsa molto importante per il suo benessere. Va ovviamente arricchito di giochi, nascondigli, vegetazione e messo in sicurezza con reti anticaduta.
Zone bisogni fisiologici: Ho usato il plurale perché le cassette dei bisogni (l’ideale sarebbero 2 per gatto) vanno messe lontano dal cibo che a sua volta va messo lontano dall’acqua. Tutte queste zone devono essere tranquille e lasciare una certa privacy al gatto, soprattutto la zona bisogni. L’acqua è meglio fornirgliela o in grandi recipienti oppure corrente nelle fontanelle per gatti.
Importante: Tutto questo che vi ho detto vale per il gatto che sta in casa. Il gatto che ha libero accesso all’esterno si autoregola e non ha bisogno ne di arricchimento ne di zone particolari all’interno della casa. L’ambiente esterno sarà il suo mondo e la casa rappresenterà la cuccia dove dormire e il posto in cui mangiare. Solitamente i gatti con accesso all’esterno fanno i bisogni fuori ma una cassetta è meglio comunque metterla per sicurezza. In questo caso se in casa ci saranno eventi disturbanti (come l’arrivo di un cane) il gatto potrebbe anche decidere di abbandonare la sua famiglia di origine (sopratutto se trova un’altra famiglia nelle vicinanze che gli offre una casa meno stressante e buon cibo).
Prevenire lo stress nel gatto:
Il gatto non ama i cambiamenti. Questo è il concetto su cui dovete basarvi. Tutto ciò che è cambiamento può stressarlo. Ho detto può, non è detto che sia così per forza. E non è detto neanche che un blando stress sfoci per forza in patologia comportamentale. Lo stress può essere anche fisiologico seguito poi da un gatto che elabora il cambiamento, lo accetta e lo supera. Diciamo che se apportate cambiamenti in casa nel tram tram quotidiano dovete stare attenti ad intercettare segnali di stress del vostro gatto per aiutarlo a superare la cosa.
Vediamo innanzitutto i principali cause di stress nel gatto:
- Trasloco
- Arrivo di un altro animale
- Spostamento dei mobili
- Cassette igieniche sporche
- Porte chiuse
- Lutto (perdita di un componente della famiglia)
- Arrivo di un nuovo membro della famiglia
- Vedere dalla finestra davanti casa altri gatti che marcano il territorio.
Questi sono solo alcuni esempi. Ci sono un’infinità di variabili ed è per questo che per interpretare correttamente cosa sta stressando il gatto dovete avvalervi della figura del veterinario comportamentalista che analizzerà la vostra particolare ed unica situazione famigliare per capire quale è stato l’evento che lo ha turbato e come ristabilire la normalità.
Quali sono i sintomi dello stress nel gatto:
Non tutti i gatti sono uguali e non tutti reagiscono allo stesso modo. Questo rende ancora più difficile comprenderli (esistono gatti viaggiatori abituati ad andare in giro con il proprietario o cambiare spesso abitazione che non risentono dello stress che vanno a confutare quello che abbiamo detto fino ad ora).
I principali sintomi da stress nel gatto sono:
- Eliminazione delle urine e delle feci al di fuori delle cassette igieniche,
- Aggressività nei confronti del proprietario (dal semplice mordere e non accettare il contatto fisico ad attacchi violenti nei confronti di braccia e gambe),
- Vocalizzazioni (soprattutto notturne, possono essere però anche da demenza senile quindi vanno distinte le due cose),
- Aggressività improvvisa nei confronti di gatti o altri animali convienti,
- Leccamento compulsivo di alcune zone del corpo,
- Noia e depressione (dorme o sonnecchia praticamente sempre),
- Iperattività,
- Cerca di stare sempre nascosto (sotto il letto ad esempio),
- Polifagia (mangerebbe continuamente).
- Disoressia (appetito capriccioso).
Se il vostro gatto presenta uno o alcuni di questi sintomi è bene rivolgersi a un veterinario comportamentalista soprattutto se ciclicamente presenta anche concomitanti patologie tipicamente stress indotte.
Da non sottovalutare anche le manifestazioni fisiche da stress nel gatto:
Il gatto infatti somatizza tantissimo e lo stress può favorire la comparsa di :
- Cistite
- Granuloma eosinofilico
- Asma felina
- Recidiva di herpesvirosi
- Micosi
Queste sono solo le principali patologie. Lo stress abbassa le difese immunitarie e quindi predispone all’insorgenza di svariate malattie.
Quali sono alcuni rimedi casalinghi per combattere o prevenire lo stress nel gatto?
Se il vostro gatto ha una patologia comportamentale conclamata non c’è soluzione fai da te che serva: dovete rivolgervi al veterinario comportamentalista.
Se invece volete prevenire momenti stressanti o aiutarlo di fronte a dei cambiamenti esistono alcuni stratagemmi che potete adottare:
- Arricchimento ambientale: esistono tantissime soluzioni sia di oggettistica con giocatoli stimolanti sia di arredamento con mensole sopraelevate, tiragraffi ecc. (a proposito di tiragraffi per attirare il gatto deve essere posizionato verticalmente in zone di passaggio e fissato saldamente. Se il tiragraffi si muove mentre il gatto lo usa non lo userà più volentieri).
- Ferormoni ambientali come il feliway: i ferormoni materni dei diffusori ambientali per gatti hanno la funzione di rassicurarli,
- Fiori australiani (per chi crede nella floriterapia) la linea bush flower dedicata agli animali è la più utilizzata.
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Difficilmente un gatto che può vivere all’esterno in completa libertà è stressato. Potrebbe essere piuttosto diffidente e schiva per natura. Magari ha avuto qualche trauma con gli estranei e quindi ne ha una sana paura.