
Cari proprietari oggi voglio parlarvi di una delle mie patologie di medicina d’urgenza preferite: il pneumotorace nel cane e nel gatto. Quando dico che è la mia preferita è perchè, seppur sia una patologia grave che mette in pericolo la vita dell’animale, si riesce a diagnosticare e porci rimedio velocemente. Questo non vuol dire che il paziente sia guarito ma lo si riesce a salvare nell’immediato per poi, una volta stabilizzato, cominciare l’iter diagnostico per capirne le cause.
Che cos’è il pneumotorace?
Comincio con qualche nozione di anatomia molto semplificata. Sapete tutti che dentro alla gabbia toracica ci sono i polmoni, esofago, trachea, cuore e grossi vasi. Quello che forse non sapete è che i polmoni sono delle spugne piene di aria e sono avvolti dalle pleure (una sorta di pellicola trasparente). Esiste poi una pleura parietale, attaccata cioè al costato e a tutta la gabbia toracica. Praticamente è come se fossero due pellicole trasparenti (una attaccata ai polmoni e l’altra alla gabbia toracica) e tra le due c’è il sottovuoto. Questo sottovuoto permette ai polmoni di restare gonfi e pieni d’aria. Ricordatevi questo passaggio perchè è fondamentale. Il pneumotorace avviene quando tra i due foglietti pleurici (le due pellicole trasparenti attaccate) entra dell’aria. Con l’entrata dell’aria il sottovuoto si perde immediatamente, le due pleure si allontanano fra di loro e il polmone si sgonfia collassando su se stesso.
Quali sono le cause del pneumotorace?
Le cause del pneumotorace sono di due tipi:
Aria che proviene dall’interno:
in questo caso possiamo avere rottura polmonare da trauma, forasacco, bolle polmonari, rottura polmonare da caduta dall’alto, oppure dall’esofago per corpi estranei penetranti.
Aria che proviene dall’esterno:
In questo caso l’aria penetra da una ferita toracica ad esempio un morso di un’altro cane, uno sparo, o qualsiasi altra ferita penetrante.
Quali sono i sintomi del pneumotorace?
Come abbiamo detto è un fatto acuto. Improvvisamente il cane o il gatto presentano un respiro veloce e superficiale, mostrano disagio, non si sdraiano. Se sono coinvolti entrambi i polmoni la sintomatologia si aggrava, mostrano una grave dispnea e cianosi (colorito violetto dell lingua).
Cosa dovete fare voi proprietari se il vostro amico a quattro zampe mostra sintomi respiratori attribuibili a pneumotorace?
Ovviamente dovete correre al pronto soccorso. La causa sottostante può essere talmente grave da portare rapidamente a morte l’animale. Sopratutto quando l’aria proviene da una lesione polmonare rischia di accumularsi molto in fretta. La gravità e l’ingravescenza della sintomatologia dipende molto da “quanta aria produce”! Questo modo di dire lo sentirete spesso dal veterinario e sarà un metro di misura durante la guarigione.
Cosa succederà una volta arrivati in pronto soccorso se il vostro animale ha davvero un pneumotorace?
In visita, quando ci sono sintomi respiratori così acuti ed evidenti, si passa immediatamente a fare una radiografia del torace che in caso di pneumotorace ci darà una diagnosi certa. Qui sotto vi metto una radiografia di esempio di un gatto. Quando il cuore è così sollevato dallo sterno abbiamo la diagnosi di pneumotorace.

Pneumotorace in un gatto.
Dopo la diagnosi di pneumotorace cosa si potrà fare per risolvere il problema?
Dipende dalla causa che lo ha provocato e da quanta “aria produce”. Ancor prima di capire la causa sottostante, la prima cosa che si tenterà di fare è drenare l’aria in torace tramite una toracocentesi (con un ago farfalla e aspirando con una siringa). Si valuta quanta aria è stata aspirata e quindi quanto era grave il pneumotorace ma soprattutto si terrà monitorato il paziente per vedere se si riforma, quanto se ne riforma e in quanto tempo. Il ricovero e la stretta sorveglianza da parte di un medico esperto in questa fase è necessaria.
Se il pneumotorace continua a presentarsi?
Se “continua a produrre aria in grandi quantità” sarà necessario posizionare dei drenaggi che permettano di aspirare ogni poche ore l’aria (altrimenti bisognerebbe continuare a forare con un ago il paziente e diventerebbe una tortura). L’anestesia e la procedura presentano dei rischi correlati alla gravità del pneumotorace. Sicuramente in questo caso più di altri del personale medico esperto sarà un grande vantaggio. Una volta posizionati i drenaggi il vostro amico a quattro zampe è stato messo in sicurezza. Ha praticamente dei rubinetti da cui si può aspirare l’aria che si crea continuamente. In rari casi di pneumotorace estremamente grave l’aria che viene prodotta è più di quanta se ne riesca ad aspirare con la siringa e a questo punto il paziente va attaccato in aspirazione continua con il PLEUR EVAC in un regime di terapia intensiva. Nel video sotto potete vere il pleur evac in funzione.
Una volta stabilizzato il paziente con pneumotorace si cerca la causa:
Se la causa è esterna può essere molto semplice da individuare e risolvere, invece il pneumotorace provocato da cause interne richiede quasi inevitabilmente una tac. Bisogna infatti trovare il punto in cui il polmone è danneggiato per intervenire chirurgicamente. Le cause più frequenti sono:
- forasacco: bisognerà asportare la parte di polmone danneggiata e possibilmente trovare il forasacco.
- bolle polmonari: sono anomalie del parenchima polmonare, gli alveoli sono fragili e confluiscono in vere e proprie bolle che possono rompersi in qualsiasi momento. In questi casi la chirurgia raramente è consigliata e si prova a far cicatrizzare il polmone tenendo il paziente sotto pleur evac per alcuni giorni. In casi estremi si provvede alla pleurodesi e cioè una fusione delle due pleure tramite una tecnica chiamata talcaggio.
- tumore polmonare: in questo caso la prognosi è infausta.
Dopo aver trovato la causa sottostante del pneumotorace cosa succede?
A questo punto quasi sempre ci sarà una chirurgia da affrontare. Non vi racconto i dettagli perchè in base alle cause sono interventi sempre diversi fra loro. La cosa che li accomuna tutti invece sarà il post operatorio. In molti casi il paziente avrà ancora i drenaggi per controllare nei giorni successivi che “non produca aria” e che quindi il problema sia stato risolto. Solitamente, dopo un paio di giorni, i drenaggi vengono tolti e il paziente dimesso.
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