Cari proprietari oggi vi parlo del linfoma nel gatto, un tumore molto frequente nella specie felina e che colpisce soprattutto i gatti anziani.
Che cos’è il linfoma nel gatto?
Così come per il linfoma del cane, il linfoma del gatto è una neoplasia del del sistema immunitario caratterizzata dalla proliferazione maligna e incontrollata dei globuli bianchi chiamati linfociti. E’ una neoplasia molto frequente e rappresenta infatti più del 30% dei tumori in questa specie.
I gatti giovani tendono a sviluppare il:
- linfoma multicentrico: o forma “multicentrica” (colpisce linfonodi e a volte gli organi addominali e/o midollo),
- linfoma mediastinico (che si trova all’interno del torace, vicino al cuore).
I gatti adulti/anziani invece presentano più frequentemente:
- il linfoma alimentare, chiamato anche linfoma intestinale del gatto, cioè che nasce a livello gastro-intestinale,
- il linfoma epiteliotropo o cutaneo del gatto (raro), che colpisce la cute.
Ci sono poi delle forme più rare che sono ben localizzate definite “extranodali” come ad esempio:
- il linfoma del sistema nervoso centrale (colpisce il cervello o il midollo spinale),
- il linfoma oculare,
- il linfoma renale,
- il linfoma nasale (che cresce all’interno delle cavità nasali).
Esistono delle predisposizioni per il linfoma felino?
La comparsa della neoplasia è spesso associata al virus della leucemia felina (FeLV) e al virus dell’immunodeficienza felina (FIV), ossia gatti con queste malattie infettive sono maggiormente predisposti a sviluppare forme tumorali come il linfoma. In passato il 70 per cento dei linfomi era riscontrato in gatti FeLV positivi, che sviluppavano la malattia in età più precoce (l’età media di diagnosi era 4-6 anni); ma negli ultimi 15-20 anni la tendenza è fortemente diminuita per l’attuazione più scrupolosa dei piani vaccinali grazie a cui l’età media d’insorgenza si è alzata ai 9-10 anni d’età. Esiste inoltre una predisposizione in alcune razze, cioè nella razza siamese e orientale. Tra i fattori di rischio, anche se meno importanti rispetto al cane, è emersa di recente un’associazione tra l’esposizione al fumo di tabacco e lo sviluppo della forma intestinale del linfoma felino.
La differenza fra linfoma nel gatto B o T:
Sentirete parlare a volte di linfoma tipo B o tipo T. E’ una distinzione basta sul tipo di linfocita che prolifera (i linfociti infatti sono divisi in due popolazioni B e T). Le forme B, che sono le più frequenti, sono associate ad una prognosi migliore rispetto alle forme T.
Il linfoma alimentare nel gatto:
Il linfoma alimentare del gatto, chiamato anche linfoma digestivo o gastrointestinale colpisce il tratto gastroenterico, e in seconda battuta ai linfonodi mesenterici (all’interno dell’addome) e il fegato. Normalmente è a cellule di tipo B, i gatti sono adulti (10-12 anni). Solitamente lo si scopre in seguito a un periodo di dimagramento e vomito e/o diarrea che non passa a causa della perdita di funzionalità dello stomaco o dell’intestino oppure per l’occlusione intestinale che può provocare in un punto di maggior spessore della neoplasia. La chirurgia è necessaria solo a scopo diagnostico per ottenere una biopsia a tutto spessore dell’intestino o in caso di ostruzione, in questo caso si esegue un’enterectomia, cioè si asporta un tratto intestinale che ha perso di funzionalità. E’ tipicamente il linfoma del gatto anziano.
Il linfoma mediastinico:
Colpisce prevalentemente i gatti giovani e Felv positivi e si manifesta con difficoltà respiratoria e tosse a causa del versamento pleurico che provoca. Solitamente di tipo T si presenta molto aggressivo. Può comparire a volte una concomitante sindrome di Horner per compressione sul nervo laringeo ricorrente.
Il linfoma multicentrico:
Colpisce in prevalenza i gatti giovani e provoca l’aumento di volume di tutti i linfonodi esplorabili e non, spesso coinvolge anche la milza, fegato e il midollo osseo. E’ una forma rara nel gatto e bisogna quindi distinguerla da una linfoadenopatia reattiva iperplastica (di origine non tumorale).
Quali sono i sintomi del linfoma nel gatto?
Come potete ben capire variano molto a seconda dell’apparato colpito. Per questo motivo la diagnosi non è facile e non esistono sintomi specifici che possano essere un campanello d’allarme.
Come si fa diagnosi di linfoma nel gatto?
La diagnosi di linfoma nel gatto comprende un iter diagnostico fatto da più esami collaterali. Saranno eseguiti emocromo, biochimico, ecografie o radiografia con campionamento citologico. In alcuni casi sarà necessaria la biopsia da mandare all’istologia.
All’emocromo potremmo già notare alterazioni come:
- anemia non rigenerativa,
- leucocitosi (aumento dei linfociti)
- neutrofilia (aumento dei neutrofili)
- monocitosi (aumento dei monociti)
- calo delle piastrine o di altre linee cellulari.
Al biochimico potremmo non avere alterazioni oppure alterazioni secondarie a insufficienza dell’organo colpito (nel caso di fegato e reni), può presentarsi ipercalcemia. Un grosso aiuto però ce lo daranno la radiologia o l’ecografia. La diagnosi definitiva la si avrà con la citologia (la biopsia nel caso del linfoma alimentare). Si potrà poi determinare l’immunofenotipo B o T. I test FIV e FeLV faranno da corollario a tutti questi esami, solitamente il gatto giovane con linfoma è FeLV positivo, il gatto anziano con linfoma è FeLV negativo.
Esiste una terapia per il linfoma nel gatto?
Esistono diversi protocolli chemioterapici per il trattamento del linfoma del gatto. I farmaci coinvolti più frequentemente sono Ciclofosfamide, Vincristina, Prednisone, Doxorubricina, Lomustina, Clorambucile. Non tutti insieme ovviamente. Ogni oncologo sceglierà il protocollo più adatto in base al paziente.
Il cortisone nel gatto con linfoma è utilizzato come terapia alternativa?
Tra i farmaci che vi ho elencato prima ho messo il Prednisone che è cortisone e che entra a far parte del protocollo chemioterapico. Alcune volte, quando il proprietario non vuole intraprendere un percorso chemioterapico completo, si utilizza il cortisone da solo come terapia alternativa. E’ ovviamente meno efficace rispetto a un protocollo chemioterapico completo.
Qual è la sopravvivenza del gatto con linfoma? Si può avere la guarigione completa?
Nel gatto il 60-70% presenta una risposta positiva con 6-12 mesi di sopravvivenza. I gatti FeLV positivi hanno una prognosi peggiore. Il gatto con il linfoma intestinale può avere una remissione del tumore e vivere anche più di 2 anni se risponde bene alla chemioterapia.
Cari proprietari se vi è piaciuto l’articolo lasciate un mi piace e condividetelo!
Ricordate che mi trovate sempre sulla pagina Facebook Amica Veterinaria e sul mio profilo Instagram amica_veterinaria dove potrete essere sempre aggiornati sui nuovi articoli che pubblico e casi clinici particolari! Sulla pagina mi trovate anche per rispondere quasi istantaneamente alle vostre domande!!!
Potrebbe interessarvi anche:
Adenocarcinoma dei sacchi anali nel cane: sintomi, diagnosi e terapia
Istiocitoma nel cane (e non istocitoma!): aspetto e immagini.