Cari proprietari oggi la Dott.ssa Angela Ghirardelli ci parlerà della dieta ad eliminazione nel cane e nel gatto, chiamata anche dieta privativa, utilissimo iter diagnostico per le allergie. Come dice il nome, l’obiettivo è quello di eliminare dalla dieta l’ingrediente o gli ingredienti che si pensa possano essere la causa della reazione avversa al cibo. La collega si occupa di medicina interna e collabora cona Amica Veterinaria per le consulenze nutrizionali e le diete casalinghe.

Quando viene utilizzata la dieta ad eliminazione nel cane e nel gatto?
La dieta ad eliminiazione nel cane enel gatto si utilizza in caso di sospetto per:
- allergia alimentare
- intolleranza alimentare
- dermatite atopica (per emettere una diagnosi di dermatite atopica, quindi ambientale, bisogna essere sicuri che il cibo non centri nulla e quindi anche con la dieta ad eliminazione i sintomi persisteranno perchè dovuti ad allergeni ambientali).
Cosa si intende per dieta ad eliminazione?
La dieta ad eliminazione consiste nel formulare e somministrare un piano nutrizionale nuovo con ingredienti con cui l’animale non è mai venuto in contatto. La dieta ad eliminazione è quindi al tempo stesso un valido strumento sia per la diagnosi che per la terapia. Per impostare una dieta ad eliminazione valida bisogna conoscere attentamente l’anamnesi alimentare del cane o del gatto e quindi stilare un elenco, il più possibile dettagliato, di tutti gli alimenti che l’animale ha assunto fino a quel momento.
Quale è il principio su cui si basa la dieta ad eliminazione?
Il principio è quello di eliminare l’ingrediente colpevole o sospettato di aver scatenato la reazione avversa e di introdurre ingredienti nuovi con cui l’animale (cane o gatto) non è mai venuto a contatto. Questo principio si fonda sul concetto di dare un alimento al quale il sistema immunitario del paziente non è mai stato esposto.
Che tipo di alimenti commerciali prediligere?
In commercio negli ultimi anni sono disponibili diverse alternative:
- alimenti monoproteici (cioè composti da una singola fonte proteica con o senza carboidrati)
- alimenti di ultima generazione che contengono proteine idrolizzate.

Cosa si intende per alimenti con proteine idrolizzate?
I cibi idrolizzati sono alimenti che vengono sottoposti ad una modifica chimica che prende il nome di idrolisi e che li rende più facilmente assimilabili. Si basano sul principio secondo il quale una proteina per scatenare una reazione avversa deve avere una certa dimensione; se quest’ultima viene idrolizzata e quindi ridotta in dimensioni molto piccole la reazione avversa non si verifica. Questi alimenti commerciali “innovativi” risultano utili quando non si riesce ad individuare l’ingrediente a cui il cane o il gatto è intollerante.
La dieta casalinga in caso di reazioni avverse al cibo può essere una valida alternativa ai mangimi commerciali?
La dieta casalinga, se adeguatamente bilanciata, è una validissima alternativa alla dieta commerciale ed il suo vantaggio principale è il fatto che permette di escludere con certezza altre fonti proteiche o additivi (presenti spesso nei mangimi già pronti) che potrebbero essere la causa della reazione avversa.
Come viene formulata la dieta ad eliminazione?
Il veterinario nutrizionista deve formulare la dieta tenendo in considerazione aspetti come razza, sesso, età e stile di vita con i quali calcolerà il fabbisogno calorico dell’animale. Una volta raccolta la lista di tutti i cibi che il cane ed il gatto ha mangiato formulerà una dieta con una nuova fonte proteica e di carboidrati (es. dieta a base di cavallo e patate) a cui verrà aggiunto in un secondo momento una fonte di fibra (verdure) e l’integratore di minerali e vitamine che permette di bilanciare correttamente la dieta cucinata.
Quanto tempo deve durare la nuova dieta ad eleminazione?
La nuova dieta deve durare almeno 8-12 settimane quando sono presenti sintomi cutanei (in genere prurito) e 2-4 settimane se sono presenti solo sintomi intestinali (vomito e diarrea). È molto importante che la dieta venga seguita correttamente dal proprietario e che il paziente non assuma alcun cibo extra (né alcun tipo di snack). Se l’animale ingerisce un alimento non presente nella dieta consigliata, il test dovrà essere ripetuto da capo.
Al termine della dieta ad eleminazione cosa bisogna fare?
Se durante la nuova dieta il paziente ha avuto un miglioramento clinico ciò ci indirizza verso una diagnosi di reazione avverse al cibo (sia essa un’intolleranza alimentare o un’allergia vera e propria). Se il miglioramento c’è stato ma solo parziale o non c’è stato per nulla si deve prendere in considerazioni patologie concomitanti come la dermatite atopica e le allergie alimentari e procedere con un challenge test.
Che cos’è il challenge test?
Il challenge test consiste nel somministrare, agli animali migliorati con la dieta ad eliminazione, gli ingredienti della dieta precedente. Quest’ultimi dovrebbero essere introdotti gradualmente (es. un ingrediente alla volta nell’arco di 1-2 settimane) cosi da permettere al veterinario di individuare l’ingrediente “colpevole”. Molto spesso a fronte del miglioramento del paziente il proprietario non è predisposto all’esecuzione del challenge test preferendo continuare con la dieta ad eliminazione utilizzandola come dieta di mantenimento ma questo è un approccio sconsigliabile per l’importanza di mantenere una dieta varia tutta la vita. Mantenere tutta la vita la stessa proteina infatti potrebbe sensibilizzare il paziente anche verso di essa.
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