Cari proprietari oggi affrontiamo insieme ad Annalisa Barera un argomento che so già che vi piacerà tantissimo: Cosa c’è dentro i croccantini ?
Annalisa è biologa nutrizionista per animali da compagnia specializzata in patologia clinica e credo che le sua conoscenze altamente specifiche arricchiranno il vostro (e sicuramente anche il mio) sapere sull’argomento.
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Ciao Annalisa, sono molto contenta che tu abbia accettato di partecipare ad Amica Veterinaria.
Grazie a te dell’invito, sono contenta che ci sia uno spazio anche per una biologa come me su Amica Veterinaria.
Bhè la biologia degli alimenti gioca un ruolo fondamentale oggi…. i proprietari sono molto attenti all’alimentazione dei loro pets…il cibo commerciale sta perdendo punti?
Mentre fino a qualche tempo fa i croccantini erano sinonimo di miglior cibo completo per i nostri cani e gatti, da pochi anni ,complice la maggiore consapevolezza dei proprietari, ci si pongono molte domande su cosa effettivamente contengano e se davvero contribuisce alla salute dei nostri amici a 4 zampe.
Il nutrizionista non può naturalmente basarsi su quanto si dice in giro o su quanto dicono le aziende, deve fare uno studio approfondito su ingredienti, tabelle analitiche ma anche regolamentazione europea e extraeuropea per poter capire, per quanto possibile (senza entrare in ogni azienda comunque i punti interrogativi rimangono) cosa effettivamente contengono i cibi confezionati per gli animali domestici. E non solo, deve anche valutare, a seconda della lavorazione (estrusione, spremitura, essiccazione, cottura, etc) se e quanto i nutrienti vengono modificati.
Cosa c’entrano i regolamenti?
Per capire cosa contengono croccantini e umido per cani e gatti il primo passo è studiare i regolamenti del parlamento europeo che gestiscono la immissione sul mercato dei mangimi e definiscono in modo preciso a cosa corrisponde un ingrediente inserito in un mangime. In questi regolamenti i mangimi per animali da reddito e per animali da compagnia sono accorpati.
Gli ingredienti utilizzabili nei mangimi sia degli animali da reddito che degli animali da compagnia hanno quindi delle definizioni precise ma non basta conoscere il significato di un ingrediente, dobbiamo anche capire quanto ne è presente, se è un buon ingrediente per il nostro amico a 4 zampe, etc.
Partiamo dall’inizio: come si legge una etichetta?
L’etichetta è essenziale e secondo le direttive della FEDIAF dovrebbe essere scritta in modo chiaro, in modo che il consumatore capisca cosa c’è nel cibo che compra. Normalmente sulla confezione dei croccantini troviamo:
- il nome del prodotto,
- la dicitura cibo per cani o per gatti,
- peso netto,
- nome e indirizzo del fabbricante,
- analisi garantita sul contenuto in proteine, grassi,fibre e umidità,
- elenco degli ingredienti in ordine decrescente di prevalenza in peso
- una dichiarazione di adeguatezza nutrizionale o scopo del prodotto.
- Inoltre il produttore deve indicare chiaramente il metodo utilizzato per produrre quel cibo e infine la data di scadenza.
Quindi nello specifico il nome del prodotto già ci dice qualcosa?
Il nome del prodotto è la prima parte dell’etichetta che leggiamo e può già influenzare il consumatore nello scegliere. Per esempio spesso si sceglie un alimento perchè cerchiamo un determinato ingrediente: se il veterinario o il nutrizionista ha detto di dare un cibo a base di manzo, ci si orienterà verso confezioni dove ci sia scritto ” a base di manzo”, “ricco di manzo”, etc
Nella pubblicazione della FEDIAF su come devono essere le etichette c’è una sezione dove viene spiegato esattamente quanto ingrediente è presente in un determinato cibo, considerando solo il nome del prodotto:
- XXX al gusto “manzo”
Il maggiore ingrediente, in questo caso il manzo, non può essere presente (0%) ma si possono usare solo sostanze che ne ricreano sapore e odore. Naturalmente nell’etichetta devono essere indicate le sostanze utilizzate a tale scopo.
- XXX con “manzo”, contenente “manzo”
Per ogni ingrediente indicato nel nome dell’alimento ci deve essere almeno il 4%. Ecco perchè a volte in un mangime “al manzo” si può trovare nell’etichetta Carni ( di cui il 4% manzo).
- XXX ricco in “manzo”, ad alto contenuto di “manzo”, con extra “manzo”
almeno il 14% dell’ingrediente indicato nel nome deve essere presente nell’alimento.
- XXX “manzo“, XXX menu “manzo”, XXX pranzo al “manzo”
Nell’alimento è presente almeno il 26% dell’ingrediente o degli ingredienti indicati sull’etichetta.
Da quanto scritto si evince che il solo nome dei croccantini non ci dice cosa contiene e se per esempio vogliamo evitare alcune carni o alcuni cereali, questi potrebbero comunque essere presenti nel cibo che stiamo comprando.
La tabella o pannello di analisi garantita dei croccantini come si legge?
La seconda occhiata del consumatore va spesso su questa tabella, in quanto una delle prime indicazioni che riceve dal nutrizionista o dal veterinario è di cercare un cibo poco proteico o con pochi grassi o con pochi carboidrati.
Nella tabella analitica sono presenti le informazioni sul contenuto di nutrienti (non gli ingredienti!) dei croccantini, e in particolare sono sempre presenti proteine, grassi, ceneri, umidità e fibre. In molti alimenti trovate anche altre indicazioni come presenza di calcio e fosforo, acidi grassi omega 3 e 6, che però non vengono utilizzate per calcolare le calorie del cibo o i carboidrati (che non sono quasi mai indicati ma si possono ottenere appunto dagli altri nutrienti). Nei cibi per gatti può essere presente la % di taurina.
Le percentuali che si leggono non sono numeri assoluti, ma sono solo le quantità minime e massime che possono essere presenti nell’alimento e NON riflettono le quantità esatte di nutrienti nel prodotto. Ad esempio, se in un alimento nella etichetta c’è un minimo di grasso grezzo dell’11%, non si può avere meno dell’11 % di grasso ma se ne può avere anche molto di più. Quindi con questa stessa etichetta si può avere un cibo con l’11% , con il 13% o il 15 % di grassi, e queste differenze si ripercuotono sulla densità calorica del prodotto e l’appetibilità. Questo perchè i nutrienti vengono misurati tramite analisi di stima: ad esempio la misurazione dei grassi grezzi è una stima del contenuto lipidico di un alimento ottenuto mediante estrazione con etere. La fibra grezza invece rappresenta il residuo organico che resta dopo che il materiale vegetale è stato trattato con acidi diluiti e solventi alcalino e dopo che è stata estratta la componente minerale.
Pertanto il pannello in cui sono riportate le quantità di proteine e grassi grezzi, e fibre deve servire solo come indicazione approssimativa di questi contenuti, come punto di partenza per confrontare marche o prodotti differenti e non deve mai essere considerato come indicante una quantità effettiva di quei nutrienti nei croccantini presi in considerazione.
Un altro dato presente è il contenuto in umidità del prodotto, cioè la quantità di acqua presente. Questo valore influisce significativamente sui valori elencati nella tabella di analisi garantita, perchè la maggior parte degli alimenti per animali domestici visualizza i livelli di nutrienti nel nutriente completo che si utilizza e non su massa secca. Cioè le percentuali di nutrienti sono calcolate direttamente, senza tener conto della percentuale di acqua nel prodotto. Ad esempio nei croccantini per cani e gatti di solito si ha tra il 6 e il 10 % di acqua, mentre i cibi in scatola ne possono contenere fino all’85% %. Per poter confrontare validamente la quantità di nutrienti nei diversi alimenti bisogna convertirli nella quantità per massa secca.
Un altro dato che si trova in questa parte dell’etichetta è il contenuto calorico che è la densità calorica, considerata confrontanto i livelli di proteine, grassi e carboidrati.
Infine troviamo le ceneri, il cui contenuto deriva da calcoli energetici: l’apporto energetico del cibo meno l’apporto energetico nell’urina, meno l’apporto energetico nelle feci. Quanto resta sono “le ceneri” ossia materiali residui. Tutti i cibi sono “bruciati” nell’organismo e lasciano un residuo, definito “ceneri” che possono essere neutrali, acide o alcaline, in relazione alla composizione dell’alimento. Spesso il contenuto di ceneri viene utilizzato per valutare positivamente o negativamente un cibo commerciale, ma in realtà è una analisi fuorviante. La stessa FDA(U S Food and Drug Administration), sulla pagina dedicata alle informazoni al consumatore, spiega che non esistono motivazioni valide per definire positivamente un prodotto “a basso contenuto di ceneri” perché al contrario, un prodotto con questa caratteristica potrebbe essere molto nocivo alla salute.
Quindi è più importante la lista degli ingredienti?
In un certo senso….Dopo la tabella analitica rimane da leggere la lista degli ingredienti, che serve a capire cosa esattamente contiene il cibo che stiamo per comprare. Purtroppo però anche se l’etichetta è chiara, leggibile e scritta in italiano non è detto che il consumatore riesca a comprendere esattamente ogni ingrediente.
Attenzione anche perchè alcuni prodotti economici possono essere a formulazione variabile: la lista degli ingredienti cambia a seconda della disponibilità e dei costi delle materia prime. Invece gli alimenti premium e superpremium sono a formulazione fissa e quindi hanno sempre gli stessi ingredienti.
La lista degli ingredienti e la loro esatta definizione si trovano in regolamenti sia europei che americani.
Sebbene l’elenco degli ingredienti dei croccantini può fornire delle indicazioni generali sul tipo di ingredienti presenti in quell’croccantini, non fornisce però indicazioni sulla qualità dei suoi componenti. Gli ingredienti possono infatti variare in termini di digeribilità, contenuto in nutrienti e disponibilità e purtroppo di solito non è possibile capire queste caratteristiche dalla sola lista degli ingredienti. In effetti alcuni cibi di alta qualità possono anche avere un elenco di ingredienti che è quasi identico a quello di alimenti generici e di bassa qualità. Tra l’altro, poiché i produttori non sono tenuti a dare le quantità di ingrediente in base alla massa secca, l’elenco può essere ingannevole. Se ad esempio troviamo al primo posto della lista di una crocchetta carne fresca, dobbiamo considerare che la % è riferita alla quantità di carne prima della lavorazione. Quindi, come scritto nella guida all’etichettatura della FEDIAF, per una carne in generale bisogna considerare circa il 75% di acqua presente e che una volta ridotto in farina per l’estrusione si ridurrà di circa un quarto..
I produttori inoltre possono separare sotto varie forme ingredienti simili in modo che siano elencati separatamente e riempano la lista. Ad esempio nell’elenco degli ingredienti si potrebbe trovare: grano frantumato, frumento macinato, grano in fiocchi, farina di frumento e crusca di frumento. Questi sono chiamati ingredienti split . Altri esempi di ingredienti split sono la semola di grano e la farina di grano, che si differenziano solo nella finezza della macina utilizzata durante la lavorazione. Individualmente questi ingredienti costituiscono solo una piccola frazione della dieta e quindi vengono elencati nella parte bassa della lista, ma se sommati la percentuale dell’ingrediente base può essere più alta del primo ingrediente.
Ahhhh….questo non lo sapevo…Certo che usano mille trucchi…
Cosa ci dici invece dell‘adeguatezza nutrizionale dei croccantini?
Questo tipo di informazione non viene molto considerata dal consumatore, a meno che non abbia un gatto. Infatti per il gatto la differenza tra cibo complementare e completo è importante per la presenza o meno di taurina.
. Ad eccezione di snack e biscotti, le etichette di tutti gli alimenti per animali domestici dovrebbero contenere una dichiarazione di adeguatezza nutrizionale.
In generale esistono 4 categorie:
- Alimento completo e bilanciato per tutte le fasi della vita: questa dicitura indica che quel dato alimento è stato formulato per fornire una nutrizione completa e bilanciata in gravidanza, allattamento, crescita e mantenimento.
- .Alimento ad adeguatezza limitata: fornisce una alimentazione completa e bilanciata per una fase particolare di vita.
- Alimenti complementari
- Alimenti terapeutici che spesso portano la dicitura: “ da utilizzare esclusivamente secondo le istruzioni del veterinario”
Se si ha la dicitura “nutrizione completa e bilanciata per tutte le fasi della vita” il produttore dovrebbe indicare quale metodo di analisi è stato utilizzato a supporto di questa affermazione. Ad esempio si potrebbe trovare scritto:
“ (Marca) viene formulato per soddisfare i livelli nutrizionali stabiliti dalla FEDIAF per i profili nutrizionali del cane / gatto per (fase della vita)”.
Anche se meno frequentemente, un produttore può anche utilizzare un approccio detto ” metodo familiare di conferma”. Un gruppo di croccantini che contengono ingredienti simili dovrebbero avere lo stesso metodo di trattamento, la stessa quantità di umidità e di energia, e dovrebbero avere le stesse etichette. Quindi tutti i prodotti con le stesse caratteristiche appartengono ad una famiglia di prodotti, ma solo uno deve passare i protocolli di sperimentazione e viene detto prodotto di punta. Gli altri si presume abbiano le stesse caratteristiche e il produttore non è obbligato alla sperimentazione, e possono tutti avere una dichiarazione di adeguatezza nutrizionale uguale, cioè:
“ (Marca) fornisce una alimentazione completa e bilanciata per (fase della vita) ed è paragonabile in adeguatezza nutrizionale ad un prodotto confermato dai test di alimentazione XXX”.
Naturalmente ciò indica che i croccantini sono formulati anche su analisi e test effettuati anche molti anni fa e sottintendono che tutti i cani e i gatti siano uguali. Ma non è così in quanto ogni animale ha delle esigenze specifiche che non dipendono solo da razza, età , sesso, peso, attività fisica ma anche da sue caratteristiche strettamente personali. Il nutrizionista dovrebbe sempre considerare che non è il cane o il gatto che deve adattarsi ad una dieta ma viceversa una qualsiasi dieta deve adattarsi al singolo animale.
Esiste anche la dichiarazione del contenuto calorico, che informazioni ci da?
Il valore energetico del cibo commerciale dovrebbe essere sempre indicato o si può calcolare dalla tabella analitica (con valori solo stimati però).
Viene quindi considerata una dischiarazione facoltativa, ma l’aggiunta di questo dato, insieme con la ripartizione in percentuale delle calorie fornite da carboidrati, grassi e proteine contenute, fornisce al consumatore informazioni sulla effettiva idoneità dell’alimento per il proprio animale. Infatti cani che sono sottoposti ad intensa attività fisica ad esempio hanno sicuramente bisogno di una quantità di energia maggiore fornita dai grassi, rispetto un animale che sta allattando che ha bisogno di una maggiore energia fornita sia dai grassi che dai carboidrati (anche per produrre un latte adeguato). O di un animale sedentario che necessita di una ridotta quantità di energia in generale. Inoltre, è molto più accurato confrontare gli alimenti in base alle calorie fornite in percentuale da carboidrati, proteine e grassi rispetto al confronto del solo contenuto di essi. La dichiarazione di contenuto calorico deve essere separata dalla tabella di analisi garantita, e la energia viene espressa in unità di chilocalorie (kcal) per chilogrammo (kg).
Come facciamo a conoscere gli ingredienti dentro i croccantini?
Per quanto riguarda gli ingredienti dobbiamo rifarci come detto ad alcuni regolamenti dell’unione europea che coinvolgono anche additivi e i sottoprodotti.
Gli ingredienti sono tantissimi e possono essere presentati con tantissime diciture per cui possiamo fare solo una breve carrellata dei principali, in quanto la conoscenza approfondita si ottiene solo studiando etichette su etichette.
Ingredienti di origine animale
Sia il cane che il gatto hanno bisogno di carne, e quindi la prima cosa che cerchiamo tra gli ingredienti sono appunto le fonti di origine animali di proteine. Le fonti animali possono essere presenti sotto varie forme.
La parola carne di per se indica un buon ingrediente in quanto, secondo il codice fediaf per la corretta comunicazione sul pet food, la definizione di questo ingrediente è ” tutte le parti di specie animali autorizzate ad eccezione di sangue, farina di carne e di ossa, frazione ossea, artigli, peli, corna, peli, piume, denti, becchim zoccoli, contenuto intestinale, grassi aggiunti. In particolari almeno il 15% dell’ingrediente indicato come carne deve contenere tessuti muscolari lisci o striati e il resto possono essere organi quali cuore, aorta, rene, fegato, polmone e carne di carcassa.
E’ giusto sottolineare che l’utilizzo nei croccantini da parte delle aziende delle frattaglie non va considerato una indicazione di scarsa qualità, perchè le frattaglie sono un ottimo alimento ricco di sali minerali e vitamine. Naturalmente non va bene se fossero utilizzate esclusivamente frattaglie, ma una percentuale va sicuramente bene.
Un ingrediente che ci da subito idea di quanta carne è presente nel cibo commerciale secco che stiamo comprando è la carne disidratata perchè la percentuale indicata è esattamente quella contenuta nel mangime. Invece come già detto se è indicata la carne fresca dobbiamo eliminare la percentuale di acqua presente nel prodotto fresco.
Sempre nel campo delle fonti proteiche animali possiamo trovare le farine e in particolare le farine di carne o le farine animali generiche. Secondo il regolamento europeo sulle materie prime per i mangimi la farina di carne è un prodotto ottenuto dal riscaldamento, dall’essiccamento e dalla macinazione della totalità o di parti di carcasse di animali terrestri a sangue caldo; il grasso può essere stato in parte estratto o separato per via fisica. Deve risultare praticamente esente da zoccoli, corna, setole, pelo e piume, nonché dal contenuto dell’apparato digerente. La farina di pesce è altresì’ il prodotto ottenuto dalla lavorazione di pesci interi o loro parti dai quali può essere stata rimossa parte dell’olio, ma al quale possono essere state aggiunte le parti solubili del pesce.
Di per se la dicitura farina di carne o pesce non dice esattamente la qualità della materia prima in quanto possono essere utilizzate carcasse o parte di esse. Per capire meglio bisogna cercare all’origine, in quanto alcune aziende indicano chiaramente l’utilizzo di parti nobili (tessuti muscolari e frattaglie) dell’animale.
Per quanto riguarda invece le farine di pesce, non tutti i croccantini contenenti farina di pesce sono da considerarsi scarsi. Va considerata anche la “dimensione” del pesce : infatti se il pesce è molto piccolo, come un’aringa, è quasi impossibile da disliscare affinchè rimanga nella crocca la sua sola carne, mentre per il salmone ed il tonno è una cosa fattibile, quindi, in questi casi, approfondiamo e non va considerato a priori un utilizzo di materie prime di scarto.
Le farine di pollame o di selvaggina, senza ulteriore specifica sono prodotti ottenuti dal riscaldamento, dall’essiccamento e dalla macinazione dei sottoprodotti del pollame; devono risultare praticamente esente da piume. Vedremo più avanti cosa sono i sottoprodotti, ma non rientrano nella definizione data sopra di “carne”
Se leggiamo carni e derivati (molto comune nei cibi più economici) la DIRETTIVA DELLA COMMISSIONE Europea del 23 giugno 1982 le definisce come tutte le parti carnose di animali terrestri a sangue caldo, macellati, fresche o, conservate mediante un opportuno trattamento e tutti i prodotti e i sottoprodotti provenienti dalla trasformazione del corpo o di parti del corpo di animali terrestri a sangue caldo.
Spesso al posto di carne o farine troviamo direttamente proteine sia lavorate che idrolizzate. Anche per queste ci sono delle definizioni precise:
- proteine animali trasformate(regolamento(CE) n 48 del Parlamento Europeo e della Commissione del 3/10/2000): sono proteine animali ottenute interamente da materiali di categoria 3 e trattate in modo da renderle adatte all’utilizzazione diretta come materie prime per mangimi o ad un’altra utilizzazione negli alimenti per animali, compresi quelli per animali da compagnia (..); non comprendono i prodotti sanguigno, il latte, i prodotti a base di latte, la gelatina, le proteine idrolizzate.
- proteine animali idrolizzate: proteine idrolizzate ottenute mediante calore e/o pressione, idrolisi chimica, microbiologica o enzimatica di proteine animali.
Se derivano da fonti animali nobili possono essere un ottimo prodotto perchè “predigerito” ma se derivano da fonti animali di scarsa qualità come piume o setole, si tratta di un ingrediente a sua volta di scarsa qualità e carente di alcuni amminoacidi essenziali. Secondo vari studi quando vengono per esempio utilizzate le piume per ottenere le proteine idrolizzate si ha un prodotto finale che è carente di alcuni amminoacidi come metionina, lisina, istidina e triptofano. D’altronde in natura pochi animali (non mammiferi) si sono adattati a nutrirsi di peli,piume, setole, etc.
Infine se troviamo diciture generiche (agnello, pollo, tacchino, salmone, etc) senza alcuna specifica definizione allora è una materia prima che non si riesce bene a collocare e si può capire la sua qualità sono studiando la tabella analitica, il contenuto di ceneri e magari quanto scritto sul sito del produttore.
Un discorso a parte sono i sottoprodotti che vengono ben definiti in un regolamento a parte. I sottoprodotti che possono essere utilizzati nei croccantini per animali sono quelli della categoria 3. I sottoprodotti sono corpi interi o parti di animali, prodotti di origine animali o altri prodotti ottenuti da animali, non destinati al consumo umano.
Tra i vari prodotti della categoria 3 abbiamo:
– carcasse o parti di animali macellati o uccisi dichiarati idonei al consum umano ma non destinati al consumo umano per motivi commerciali.
– carcasse o parti di animali respinti in quanto non idonei al consumo umano in virtù della legislazione comunitaria ma che non mostrano segni di malattie trasmissibili all’uomo e agli animali
– teste di pollame, pelli, corna, zampe e ossa, setole, piume
– sangue di animali che non presentavano sintomi clinici di
malattie trasmissibili all’uomo o agli animali attraverso il sangue
– sottoprodotti di origine animale derivanti dalla fabbricazione di prodotti destinati al consumo umano, compresi i ciccioli, le ossa sgrassate e i fanghi da centrifuga o da separatore risultanti dalla lavorazione del latte
– prodotti di origine animale, i quali non sono più destinati al consumo umano per motivi commerciali o a causa di problemi di fabbricazione o difetti di condizionamento o altri
difetti che non presentano rischi per la salute pubblica o degli animali
– sottoprodotti di animali acquatici provenienti da stabilimenti o impianti che fabbricano prodotti destinati al consumo umano;
– rifiuti di cucina e ristorazione
Alcuni di questi prodotti lasciano perplessi, come i rifiuti di cucina e ristorazione o piume, setole, etc.
Carboidrati:
Nei croccantini sia per gatti che per cani vi è un grande utilizzo di fonti di carboidrati complessi sia perchè sono una fonte energetica economica, sia perchè servono effettivamente alla produzione del cibo secco. Ho collaborato con aziende produttrici di mangimi innovativi , in particolare croccantini essiccati e mi sono resa conto che senza una minima percentuale di carboidrati la resa è bassa (e quindi i costi sono elevati)e i croccantini non mantengono la loro struttura, e si sgretolano.
Nonostante questo, è sempre meglio scegliere cibi che abbiano meno carboidrati . I carboidrati non sono, a differenza dell’uomo, i principali nutrienti utilizzati dai cani e dai gatti per produrre energia. I muscoli di questi animali, essendo principalmente carnivori, lavorano con gli acidi grassi, che tra l’atro sono vantaggiosi dal punto di vista energetico. Infatti un grammo di grassi produce molta più energia di un grammo di carboidrato(quasi il triplo) e per un animale selvatico cacciatore è essenziale il risparmio e il massimo utilizzo degli alimenti. Il grain free va molto di moda, ma attenzione che si riferisce solo al contenuto di cereali e non di carboidrati che sono comunque presenti con altre fonti (patate, piselli, etc). Quindi grain free di per se non indica un prodotto senza o con pochi carboidrati ne un prodotto di qualità a prescindere dalla lettura dell’etichetta: se un alimento per gatti ha il 50% di patata non va bene esattamente come un cibo che contiene il 50% di mais.
Come per qualsiasi altro ingrediente, è’ sempre meglio che le percentuali siano specificate così come il carboidrato in questione e la sua derivazione. Quindi un mangime che specifica la percentuale e la presenza di : riso, mais, grano, orzo ecc, è sempre meglio di uno che liquida la cosa con un generico “cereali”, cosa che ci fa subito capire che non sappiamo nulla della fonte di carboidrati usati.
Tra le fonti di carboidrati utilizzate nei mangimi la patata e i piselli sono delle buone fonti , molto digeribili in generale. Il riso è uno dei cereali più digeribili insieme all’avena, mentre il mais o il frumento sono sconsigliati perchè possono dare problemi di intolleranza/allergia. Infine quinoa, amaranto, grano saraceno non sono delle vere e proprie fonti di carboidrati e non sono cereali, ma contengono anche buone percentuali di proteine vegetali e non sono molto digeribili da parte dei cani.
Grassi e oli:
I grassi e gli oli sono importanti perchè sono una delle fonti principali sia di energia sia di acidi grassi insaturi come gli omega 3 e 6. Non sempre i cibi commerciali contengono specificatamente omega 3 e 6, ma sicuramente una buona percentuale di grassi permette al cane e al gatto di mantenere la sua massa magra e se abbiamo animali sportivi o in gravidanza o in allattamento risulta addirittura essenziale.
Infine i grassi servono a veicolare alcune vitamine liposolubili, come le vitamina A e K.
Nel regolamento sugli ingredienti impiegati nei croccantini la dicitura grassi animali viene definita come prodotti ottenuti di grassi di animali terrestri a sangue caldo. Gli oli sono solitamente di pesce ottenuti appunto dal pesce o da parti di esso. A volte si trovano anche oli di pollame (anatra, pollo, etc).
Naturalmente sarebbe meglio trovare oli o grassi con una dicitura precisa, come grasso di tacchino o olio di salmone, per evitare grassi e oli da animali che possono dare problemi al nostro animale, se allergico o intollerante. Anche se in teoria in questi prodotti non dovrebbero esserci proteine, qualche residuo può essere presente ed è meglio evitare.
Fonti di origine vegetale:
Sono sempre presenti e forniscono sia nutrienti (carboidrati, sali minerali, vitamine soprattutto) che fibre utili per la regolare funzionalità intestinale e per la salute della flora batterica.
Sono presenti sia frutta che verdura, sia interi sia come sottoprodotti della lavorazione per il consumo umano come bucce, torsoli, fibre pure, etc. Un ingrediente spesso presente è la barbabietola, sotto varie forme (fibre, demelassata, etc): viene inserita perchè è un ottimo regolatore intestinale e contribuisce, insieme ai sali minerali, a far fare ai nostri animali feci sempre belle e solide, anche quando magari non lo sarebbero.
Additivi:
A causa della lavorazione dei croccantini e per bilanciare secondo le direttive FEDIAF o AAFCO gli alimenti, spesso troviamo dopo la lista degli ingredienti,degli additivi che possono essere sali minerali, vitamine, conservanti, coloranti.
Gli additivi possono essere usati secondo un preciso regolamento e spesso sono aggiunti a fine lavorazione per evitare che siano modificati.
Ci sono degli additivi che possono farci scartare quel particolare cibo come coloranti, conservanti chimici (come BHA, tossico) esistono degli elenchi online dove cercarli e controllarne la tossicità. Meno additivi ha un cibo commerciale più è buona la qualità degli ingredienti iniziali e meno la lavorazione li ha alterati.
Grazie Annalisa, ci ha regalato una montagna di informazioni utile e sono convinta che i followers di Amica Veterinaria non leggeranno più un etichetta con gli stessi occhi! Sei stata così gentile da fornirci anche la bibliografia per gli appassionati che vogliano approfondire il discorso.
BIBLIOGRAFIA
- REGOLAMENTO (UE) N. 242/2010 DELLA COMMISSIONE del 19 marzo 2010
che istituisce un catalogo delle materie prime per mangimi - E.D.I.A.F. CODE OF GOOD LABELLING PRACTICE FOR PET FOOD 20 OCTOBER 2011
- REGOLAMENTO (CE) n. 1069/2009 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 21 ottobre 2009 recante norme sanitarie relative ai sottoprodotti di origine animale e ai prodotti derivati non destinati al consumo umano e che abroga il regolamento (CE) n. 1774/2002 (regolamento sui sottoprodotti di origine animale) - REGOLAMENTO (CE) N. 1831/2003 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO
del 22 settembre 2003 sugli additivi destinati all’alimentazione animale(Testo rilevante ai fini del SEE) - Effect of Processing Systems on Protein Quality of Feather Meals and Hog Hair Meals – X. WANG and C. M. PARSONS – 1997 Poultry Science 76:491–496)
- fda.gov/cvm/labelint.htm
- fediaf.org
- https://www.efsa.europa.eu/it
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La Dott.ssa da biologa nutrizionista qual’è ha parlato della composizione dell’alimento commerciale dal punto di vista chimico-fisico. Argomento di sua competenza. Nell’articolo è specificato che non è veterinaria e quindi non si può fraintendere. Se un veterinario nutrizionista vorrà un giorno partecipare alla rubrica con un articolo potrà sicuramente farlo. Un argomento interessante sarebbe l’alimentazione nel paziente obeso. Sparga la voce. L’obiettivo è dare informazioni chiare, semplici e fruibili dai proprietari e non mi sembra che ci siano cose sbagliate all’interno.
Ciao, grazie a te e alla dottoressa Barera, veramente un articolo utile ed esaustivo.
Io pur usando la cosiddetta Barf da 13 anni quasi ricorro ai mangimi ogni qual volta devo viaggiare con un cane o quando in estate li porto in pensione. Utilizzerò queste infondere sceglie dei buoni mangimi,grazie!
Adri