Cari proprietari oggi voglio parlarvi del sintomo “il cane non mangia” chiamato tecnicamente anoressia. L’ anoressia di fatto è un sintomo che accompagna molti processi patologici.
Cosa si intende per “il cane non mangia”?
Quando noi veterinari parliamo di cane o gatto che non mangiano non intendiamo l’appetito capriccioso perchè è viziato e vuole qualcosa di meglio. Per noi “il cane che non mangia” è un sintomo grave causato da una malattia sottostante e a cui porre rimedio. Per anoressia o paziente anoressico si intende un cane o un gatto che non toccano cibo da 48 ore. Con il termine disoressico invece si intende un paziente che alterna giorni in cui non mangia a giorni in cui è più interessato al cibo, non raggiungendo mai tuttavia un appetito normale.
Quanto tempo deve durare il digiuno prima di farvi preoccupare?
Molto meno di quello che solitamente pensate. Nel gatto un digiuno prolungato superiore o uguale a 72 ore può causare una lipidosi epatica. La lipidosi epatica è una conseguenza del prolungato digiuno e rappresenta una complicanza che può portare a morte l’animale. Il cane resiste qualche giorno in più rispetto al gatto prima di entrare in una situazione di scompenso degli organi.
Quando il cane non mangia scatena molteplici problemi:
- riduzione delle difese immunitarie,
- depressione del sistema nervoso centrale,
- riduzione del volume dei visceri
- riduzione della muscolatura scheletrica,
- ridotta cicatrizzazione
- perdita di liquidi ed ascite (versamento addominale)
- disfunzioni respiratorie, cardiaca, epatica e renale.
Di fatto quindi, l’anoressia di per sé ostacola la guarigione del paziente.
Ecco perché è di fondamentale importanza, durante un processo patologico di qualsiasi natura, pensare a questo aspetto e porvi rimedio.
Se il vostro cane (gatto) non mangia che fare?
Sia che il vostro amico a quattro zampe sia ricoverato, sia che stia facendo terapie a casa tornando ai controlli in clinica è necessario somministrare un’alimentazione adeguata che fornisca il giusto apporto calorico e proteico durante la malattia.
Quali sono le possibili soluzioni se il cane non mangia?
Quando un paziente non collabora e fa lo sciopero della fame l’unica soluzione è la cosidetta “alimentazione forzata”! Ne esistono di diversi tipi. Innanzitutto si può scegliere tra:
Alimentazione forzata per bocca:
il paziente viene imboccato manualmente dal proprietario. Sicuramente è il primo approccio da tentare. Io consiglio di utilizzare le vostre mani per imbooccarlo, la siringa da alimentazione non sempre viene accettata volentieri dall’animale. L’alimentazione forzata per bocca non sempre è efficace. Quasi impossibile da applicare con i gatti, può dare qualche risultato con i cani buoni che si fanno aprire la bocca e che quando sentono il boccone in bocca fanno almeno la fatica di deglutirlo. Se il paziente non collabora neanche in questo modo si passa al piano B.
Nutrizione con sonda alimentare (nasale, esofagea, gastrica, digiunale):
costituisce il piano B quando tutte le altre tecniche di convincimento, cibi prelibati e imboccamento hanno fallito.

Nutrizione parenterale in vena:
Si applica solo nei pazienti ricoverati in terapia intensiva. La scelta tra nutrizione per bocca o con sonda o l’associazione di entrambe si effettua sulla base delle condizioni del paziente e caso per caso. Esistono condizioni patologiche che portano ad anoressia per impossibilità di utilizzare la bocca (traumi facciali con fratture, ustioni del cavo orale, impossibilità di aprire la bocca ecc).
Quando si decide di mettere una sonda da alimentazione?
La decisione di solito è basata sull’esperienza del medico curante. In base alle condizioni cliniche del paziente, se prevede che l’ anoressia non si risolverà in tempi brevi e la ripresa non sarà rapida vi proporrà la sonda.
Quale tipo di sonda?
- Il sondino rinoesofageo: si usa tendenzialmente nei gatti. Come dice il nome entra nel naso e arriva in esofago. Ha un calibro molto sottile e quindì si può tappare frequentemente di cibo. Tra tutti è il più fastidioso anche se è il meno invasivo da mettere perché si usano cavità naturali e non chirurgiche. È consigliabile utilizzare questa tecnica se si prevedono brevi periodi di ripresa (da pochi giorni a una settimana al massimo).
- la sonda esofagea: Viene utilizzata praticamente di routine. Molto semplice da mettere, necessita di una procedura chirurgica estremamente veloce. Molto confortevole per il paziente (avrà una fasciatura al collo). Il tubo in questo caso è abbastanza grosso e quindi facile da usare sia per il veterinario che per il proprietario. Viene scelto quando si prevedono tempi di ripresa superiori alla settimana o quando il naso è off limits ad esempio per un trauma facciale.
- Sonda gastrica: In questo caso la sonda viene posizionata a livello addominale direttamente nello stomaco. Di solito si sceglie questa opzione quando c’è la necessità di bypassare l’esofago (esempio megaesofago, esofagite). In genere le sonde gastrostomiche vengono lasciate in situ per lunghi periodi e il periodo minimo deve essere di almeno 10 giorni per assicurare una buona cicatrizzazione della parete addominale.

- Sonda intestinale (sonda digiunostomica): si utilizza raramente quando la patologia è a carico dello stomaco. Necessita di un intervento chirurgico per il suo posizionamento e già dopo 2 ore dall’applicazione è possibile alimentare il paziente con alimenti liquidi in infusione (quindi necessita di ricovero). Anche in questo caso il tempo minimo è di 10 giorni per garantire la corretta cicatrizzazione dei tessuti.
La regola è quella di utilizzare la maggior parte dell’apparato gastroenterico, partendo con l’escludere la bocca, poi l’esofago, poi lo stomaco.
Una volta messo il sondino quanto cibo si dà?
Il veterinario farà un calcolo per conoscere il fabbisogno del paziente. La quantità si calcola dividendo il fabbisogno calorico giornaliero per la concentrazione calorica dell’alimento, mentre la qualità si stabilisce in base al processo morboso in atto. Il fabbisogno calorico in Kcal si calcola con la seguente formula: 30 x kg + 70 per pazienti superiori a 2 kg, mentre per pazienti inferiori a 2 kg si calcola con la seguente formula: kg0,75 x 70. È necessario somministrare almeno il 50% delle kcal giornaliere.
Come gestire a casa una sonda da alimentazione?
Le sonde devono essere sempre lavate con acqua (almeno 10 ml) di bevanda dopo la somministrazione del cibo per evitarne l’occlusione. Dovete controllare che non faccia curve strette che possano creare difficoltà al passaggio del cibo. E’ una delle prime cose da controllare se sentite resistenza alla spinta della siringa. Quando si ostruiscono può essere tentato il ripristino della pervietà attraverso la somministrazione di acqua sotto pressione utilizzando la siringa, se il metodo non è efficace è possibile utilizzare qualche ml di coca cola (senza caffeina) somministrato sotto pressione affinché arrivi alla ostruzione e lasciato agire per alcuni minuti, quindi si somministrano alcuni ml di acqua per ripristinare la pervietà. Non devono essere mai utilizzati fili di metallo da introdurre nella sonda nel tentativo di disostruirla in quanto possono perforare la sonda o arrecare lesioni al vostro amico a 4 zampe.
Riassumendo se il cane non mangia:
L’ anoressia è una complicanza. Non sottovalutate l’importanza di alimentare il vostro animale durante un processo morboso in atto. L’alimentazione forzata è una terapia di sostegno fondamentale per la guarigione. Può fare la differenza tra il buon esito e il fallimento.
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