Cari proprietari oggi ho il piacere di avere come ospite l’Avv. Salvatore Cappai che ci parlerà di un problema molto sentito da tanti proprietari e vicini di casa: il cane che abbaia in condominio.

Ciao Salvatore, grazie di partecipare ad Amica Veterinaria,
Il problema del cane che abbaia in condominio sia abbastanza frequente, giusto?
In effetti mi viene spesso chiesto a cosa si può andare incontro in caso di eccessivi rumori prodotti dai pets. Innanzitutto affrontiamo la normativa di riferimento. Nel nostro codice penale esiste una norma che punisce con l’arresto sino a 3 mesi o con l’ammenda fino a 309 euro chi, suscitando o non impedendo gli “strepiti di animali”, disturba le occupazioni o il riposo delle persone.
Il reato si configura quando gli animali possono, con il loro vociare incontrollato, impedire il tranquillo riposo o il normale svolgimento dell’attività di un numero indeterminato di persone. È sufficiente che il rumore molesto abbia la potenzialità di produrre l’effetto indesiderato di cui parla la legge. Inoltre, l’illecito potrà essere accertato direttamente dalle autorità anche in assenza di lamentele o denunce.
Il cane che abbaia in condominio è quindi inserito nel codice penale? Non pensavo…
I versi eccessivi degli animali hanno anche dei risvolti di natura civilistica. Se infatti viene accertato che superino la “normale tollerabilità”, il danneggiato ha diritto ad ottenerne la cessazione e a vedere risarciti i danni subiti, tra cui quelli non patrimoniali: ad esempio, danno biologico e morale. La normativa prevede, in via generale, che il proprietario di un fondo non possa impedire i rumori derivanti dal fondo del vicino se non superino la normale tollerabilità, tenuto conto della condizione dei luoghi. Ci dice, in pratica, che nei rapporti tra vicini è sempre necessaria una certa tolleranza, una tolleranza almeno normale. Oltre questo limite, però, i rumori o le altre forme di disturbo o inquinamento non sono consentite e divengono illecite.
Chi stabilisce se il cane abbaia in maniera “tollerabile”?
Il codice non stabilisce un limite valido per tutte le situazioni, anche perché questa scelta non sarebbe corretta ed equilibrata. Afferma soltanto che bisogna tenere conto, nell’individuare il confine tra lecito ed illecito, dello stato dei luoghi. I criteri utilizzati a tal fine sono molti: ad esempio, alcuni giudici prendono come riferimento la rumorosità ammissibile in una determinata zona e fissano un solo limite rigido di tollerabilità, mentre altri scelgono un limite relativo di 3 decibel oltre il normale rumore ambientale di fondo nelle ore notturne e 5 decibel in quelle diurne.
Ma quindi il cane non può abbaiare? Il cane abbaia anche per fare la guardia…lo abbiamo selezionato noi così! Non mi sembra giusto poi penalizzarlo per questo…
Ebbene, ti consolerà sapere che non sei la sola a pensarla così. Una sentenza del Tribunale di Lanciano del 2012 ha stabilito che abbaiare è un diritto sacrosanto del cane, soprattutto quando aiuta l’uomo nella difesa della proprietà. Dove sta il giusto? Come al solito vale il detto latino per cui la virtù sta nel mezzo. Ci vogliono sempre equilibrio ed un pizzico di buon senso. Mi pare evidente che ogni animale abbia diritto di rispondere alle esigenze della propria natura. Un cane si esprime abbaiando ed è giusto che possa farlo liberamente. L’importante è non dimenticare mai che la libertà di ciascuno finisce dove comincia quella degli altri. Dunque, facciamo in modo che i nostri amici a quattro zampe non diventino un fastidio per nessuno, rimanendo nei limiti tracciati dalle regole giuridiche e del reciproco rispetto. In questo modo otterremo migliori rapporti di vicinato, più tempo da trascorrere a passeggio con i nostri fedeli compagni, una fedina penale pulita e un portafoglio meno leggero (che non guasta).
Tu hai dedicato un capitolo del tuo libro sui diritti degli animali che parla proprio di questo argomento:

Cito un capitolo del tuo libro in cui parli del cane che abbaia e/o disturba:
Se abiti in un condominio ti tranquillizzerà sapere che non esiste alcuna legge dell’ordinamento italiano che ti possa impedire di convivere con uno o più animali da compagnia.
Anzi, il legislatore, con una riforma entrata in vigore nel 2013, è intervenuto per stabilire proprio il contrario.
Ha previsto espressamente che le norme del regolamento condominiale non possano vietare di possedere o detenere animali domestici. […]
Alcune buone regole per la convivenza condominiale
Le liti condominiali dovute alla presenza degli animali domestici sono all’ordine del giorno e, al termine di ogni anno, raggiungono numeri impressionanti. Insomma, sono una grana in più in un mondo già di per sé litigioso e problematico. Le uniche medicine efficaci contro questa patologia si chiamano tolleranza, educazione e rispetto. Devono essere assunte in dosi massicce e indistintamente da tutti i condomini; sia dai proprietari degli animali sia da coloro che vivono la presenza degli inquilini a quattro zampe con fastidio e irritazione.
Sono convinto che seguendo questi pochi ma efficaci consigli, anche tu, potrai evitare inutili battibecchi:
1) se hai un cane, negli spazi comuni tieni sempre il guinzaglio corto e porta con te una museruola (la tua condotta, in questo modo, sarà impeccabile e rispettosa della normativa vigente);
2) raccogli sempre le deiezioni del tuo animale (sia cane, gatto o altro);
3) se il cane si agita e abbaia insistentemente, tenta di calmarlo e portalo fuori più spesso;
4) se hai difficoltà ad evitare che il tuo cane produca rumori oltre la soglia di tollerabilità o, più in generale, nella sua gestione, rivolgiti ad un educatore cinofilo comportamentalista.
Minacce o rischio di avvelenamento degli animali
Se è vero che i rapporti tra vicini vengono spesso complicati dalla stretta convivenza con gli animali, è anche vero che talvolta i comportamenti di certe persone superano il limite dell’intolleranza sfociando nella pura violenza.
Si giunge così ad atti di delinquenza come minacce o nel ben più pericoloso spargimento di veleno. Tali condotte non possono essere minimamente tollerate.
Quindi, se dovesse capitarti di ricevere minacce, anche dirette, ai tuoi animali da compagnia, denuncia subito il fatto alle autorità competenti.
Se le minacce sono anonime potrai comunque procedere con una denuncia contro ignoti.
Devi immediatamente attivarti e fare lo stesso nel caso in cui dovessi scoprire uno spargimento di veleno (ad esempio, per topi o sotto forma dei famigerati “bocconi avvelenati”).
Fallo anche se nessun animale è rimasto ucciso. La tua denuncia sarà fondamentale per la bonifica della zona e per avviare i controlli tesi a rintracciare i colpevoli.
Grazie Salvatore da parte mia e da tutti i followers di Amica Veterinaria per tutte queste preziose informazioni legislative!
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