Cari proprietari oggi parleremo di calcoli ureterali nel gatto, una problematica che richiede un approccio di microchirurgia fino a pochi anni fa impossibile da praticare in medicina veterinaria. La medicina veterinaria negli ultimi decenni ha fatto enormi progressi cercando di eguagliare per tecniche e standard di qualità quella umana. Il campo della microchirurgia è un esempio di come si sia arrivati ad offrire ai nostri animali tecniche all’avanguardia che richiedono competenze specialistiche e una preparazione specifica da parte del medico veterinario.
Cosa sono gli ureteri?
Gli ureteri sono due piccoli condotti che mettono in comunicazione la pelvi renale alla vescica, in parole più semplici sono due piccolissimi tubicini (nel gatto adulto hanno un diametro di 0,6 mm) che collegano i reni alla vescica trasportando al loro interno l’urina.
Cosa succede quando ci sono calcoli ureterali nel gatto?
La presenza di un calcolo al loro interno crea quindi un problema molto serio al normale svolgimento di questa funzione e per la salute generale dell’animale. Un aumento della pressione all’interno dell’uretere infatti si traduce in una diminuzione parziale o totale della funzionalità del rene corrispondente, per questo l’ostruzione di un uretere deve essere gestita come un’urgenza.

Quali sono le patologie più frequenti oltre i calcoli ureterali?
La presenza di calcoli è la causa più frequente di ostruzione degli ureteri nel gatto, ma non è l’unica. Altre cause meno frequenti sono: neoplasie primarie dell’uretere, polipi e ureteriti (infiammazioni croniche).
Quali sono i sintomi dei calcoli ureterali nel gatto?
I campanelli di allarme che preoccupano il proprietario sono aspecifici. Generalmente compare:
- dolore addominale,
- perdita di appetito,
- nausea,
- disidratazione,
- dolore alla minzione.
Come si fa diagnosi di calcoli ureterali nel gatto?
La diagnosi si effettua grazie alla diagnostica per immagini. In particolare per lo studio degli ureteri abbiamo a disposizione la radiologia diretta o con mezzo di contrasto, l’ecografia e l’uro tac ( la TAC con specifico interesse per le vie urinarie). L’uretere ostruito si presenterà dilatato, se invece il calcolo o i calcoli sono a monte si osserverà solo la dilatazione della pelvi renale.
Cosa si può fare se c’è un calcolo che occlude l’uretere?
Il trattamento dell’ostruzione ureterale può essere sia medico che chirurgico. La terapia medica ha lo scopo di stabilizzare il paziente e di liberare l’uretere utilizzando una serie di farmaci che, favorendo la contrazione dell’uretere stesso, possano riuscire a far progredire il calcolo verso la vescica. La terapia medica può essere eseguita per non più di 24-48 ore e sotto continuo monitoraggio delle condizioni generali del paziente. Se non si ottengono risultati in questo breve arco di tempo, si deve pianificare la chirurgia.
La chirurgia dei calcoli ureterali nel gatto in cosa consiste?
La chirurgia di strutture cosi piccole e delicate come gli ureteri, rappresenta una sfida per il chirurgo. La microchirurgia ha bisogno di strumenti dedicati, e il chirurgo sarà un veterinario specialista con alle spalle un percorso di alta formazione teorica e pratica. Le tecniche per la rimozione dei calcoli ureterali sono, ad oggi, le seguenti:
Ureterotomia:
prevede un approccio tradizionale al paziente con una celiotomia mediana, l’isolamento dell’uretere occluso che verrà poi inciso per la rimozione del calcolo e suturato.

Stent ureterali:
In medicina veterinaria questa tecnica è una delle più utilizzate per il trattamento di calcoli ureterali. Consiste nell’applicazione di uno stent, cioè di un catetere, con una parte centrale rettilinea posizionata all’interno dell’uretere e due estremità a forma di J o a coda di maiale che vengono rispettivamente accolte nella pelvi renale e nella vescica. Esistono diverse dimensioni di stent in quanto è fondamentale che il dispositivo si adatti perfettamente alle dimensioni del paziente. Lo stent può essere inserito sia per via chirurgica tradizionale (unica possibilità nel gatto) che per via endoscopica o mediante radiologia interventistica (nel cane ) e una volta posizionato, consente all’urina di bypassare l’ostruzione. I pazienti candidati a questo tipo di chirurgia, sono quelli con ostruzioni che non abbiano risposto alla terapia medica e nei quali è necessario ripristinare il flusso urinario nel più breve tempo possibile.
Possono esserci delle complicanze?
Trattandosi di chirurgie molto delicate, le complicanze associate all’applicazione di stent possono essere diverse, tra cui: migrazione e/o rottura dello stent, infezioni e infiammazioni. Nel gatto la complicanza più frequente è l’infiammazione della mucosa vescicale a causa del contatto mucosa-stent che causa cistiti ricorrenti e può portare alla comparsa di FLUTD. Le complicanze devono essere valutate caso per caso e alcune volte potrebbe essere necessario anche rimuovere lo stent.

Bypass ureterale:
Altra tecnica chirurgica per trattare le ostruzioni ureterali che consiste nel collegare il bacinetto renale alla vescica bypassando l’uretere. Anche questa tecnica prende spunto dall’urologia chirurgica umana. Per la veterinaria è stato creato un set apposito che si trova in commercio in due misure, una per gatti e cani di piccola taglia, e una per pazienti di taglia grande. Questa tecnica ha bisogno di una attenta gestione post operatoria e, come per lo stent, non è esente da complicanze, la più frequente delle quali è rappresentata dall’infezione del bypass.

Come si sceglie la chirurgia giusta per i calcoli ureterali del gatto?
Indipendentemente dalla tecnica chirurgica scelta dal chirurgo (dopo attenta valutazione del paziente e in considerazione non solo del problema ostruttivo ma anche delle condizioni generali del gatto) stiamo parlando di procedure molto delicate che hanno bisogno di un intero team di veterinari preparati e di un ospedale veterinario che abbia una terapia intensiva che possa seguire al meglio il paziente dopo la chirurgia. Sono procedure per le quali è importante che anestesisti, medici interni, radiologi e chirurghi collaborino insieme per il bene del paziente.
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