Cari proprietari oggi abbiamo nuovamente con noi la Dott.ssa Annarita Ventura  che ci parlerà dell’ansia da separazione nel cane. La collega è consigliere della SISCA (Società Italiana Scienze del comportamento animale) e oggi ci farà capire a che figura professionale rivolgersi per affrontare l’ansia da separazione dei nostri cani.

 

 

L’ansia da separazione nel cane accompagnata da distruttività è un problema molto frequente vero?

Si, una delle principali richieste di visita comportamentale è dovuta a quello che oggi vengono chiamati  “disturbi relativi alla separazione”.  Alcuni cani, molto più raramente gatti, presentano sintomi come distruzioni, vocalizzi o deiezioni se lasciati in casa da soli.

Quali sono le cause dell’ansia da separazione nel cane? E’ vero che è un termine un po’ vago che comprende vari problemi?

Esatto, non si utilizza più il vecchio termine ansia da separazione, in quanto descrive solo il sintomo, senza individuare le differenti cause sottostanti, la diagnosi è imprescindibile per poter poi instaurare una corretta terapia e percorso riequilibrativo. Le cause infatti possono essere molto differenti fra loro.

 

 

Molte volte viene sottovalutato il problema e scambiato per noia?

A volte può essere vero, alcuni animali abbaiano o effettuano leggere distruzioni in quanto si annoiano. Ci dimentichiamo alle volte che i cani sono animali sociali, proprio come noi, e quindi manifestano un disagio più o meno evidente se rimangono da soli per molte ore consecutive. Purtroppo le nostre vite sono sempre più caotiche e piene, ma lasciare un animale in casa da solo per otto ore non è un comportamento compatibile con il suo benessere; prima di adottare un animale dovremmo valutare se il nostro stile di vita è in grado di garantire la soddisfazione dei bisogni primari di un animale, che non sono solo mangiare ed essere curati quando stanno male, ma anche avere una vita sociale piena e soddisfacente.

ansia da separazione o noia?

Ansia da separazione o noia? Qui il confine è sottile.

Quando invece l’ansia da separazione nel cane diventa patologica?

Ben diversi sono i sintomi se il problema è causato da un disturbo psicologico. In questi casi le alterazioni comportamentali sono un segnale di un disagio profondo, manifestazione di uno stato ansioso, che inficia più o meno gravemente il benessere dell’animale e della sua famiglia. Le distruzioni diventano molto più importanti e sistematiche o i vocalizzi prolungati nel tempo, le varie strategie messe in atto dai familiari non sono risolutive e il problema col tempo peggiora. In internet si trovano ancora vecchi consigli non efficaci e controproducenti, come quello di ignorare l’animale nel periodo che precede l’uscita o poco dopo il ritorno a casa. Una volta che abbiamo compreso che la sintomatologia è causata da un disagio che impedisce all’animale di mantenere autonomamente il proprio equilibrio emozionale in assenza della sua persona e che il suo comportamento è una richiesta di aiuto ci verrà naturale accogliere la sua richiesta e sostenerlo durante il percorso verso l’autonomia.  Nessuno lascerebbe in casa da solo un bambino piccolo, potrebbe farsi male o manifestare segno di disagio psicologico, ansia e paura. Fino a che il nostro cane non avrà raggiunto un livello di equilibrio emozionale sufficiente non è in grado di reggere la solitudine. Inutile quindi lasciare la tv accesa, ha bisogno di qualcuno di cui si fida di fianco, non solo di un supporto acustico, o cercare di ingannarlo uscendo di nascosto, imparerebbe a non fidarsi di noi e il suo disagio aumenterebbe.

tipico esempio di ansia quando il proprietario si assenta

Distruzione del linoleum di casa.

Molti proprietari parlano di dispetti…

Alcuni confondono questi segnali di malessere psicologico con dispetti; gli animali non fanno dispetti, caratteristica purtroppo dell’essere umano, che mette in atto comportamenti sgraditi a qualcuno per il solo piacere di recargli fastidio o danno. Il fatto che le distruzioni possano essere mirate su oggetti di una sola persona è facilmente spiegabile con la motivazione sottostante, il cane si sente a disagio per la mancanza della persona di riferimento, la cerca olfattivamente trovando gli oggetti con l’odore specifico, che poi esplora oralmente, cioè mettendoli in bocca e masticandoli.In altri casi le distruzioni sono rivolte alle finestre o alla porta, nel tentativo di uscire per raggiungere la persona mancante. Se il problema è più grave si può arrivare a veri e propri episodi di ansia parossistica o attacchi di panico con distruzioni spettacolari, che possono mettere a rischio anche l’incolumità fisica dell’animale.

 

ansia da separazione

In questo caso lo stato ansioso deve essere elevato…

 

Cosa ne pensi delle soluzioni fai da te tipo KONG o collare antiabbaio per risolvere l’ansia da separazione nel cane?

Esistono giocattoli, come quelli che hai menzionato, che si possono riempire di cibo; sono un ottimo passatempo e antistress per cani, ma sicuramente non bastano a risolvere il problema di cui stiamo parlando. Li consiglio sempre per tutti i cani, ma in questo caso mi servono solo come mezzo per valutare lo stato ansioso: quando un animale manifesta sintomi di ansia in assenza della figura di riferimento spesso non mangia e non beve fino al ritorno della persona, in questi casi se ha mangiato il gioco pieno di cibo vuol dire che lo stato ansioso non è molto grave o che la mia terapia sta facendo effetto. I collari antiabbaio sono, a mio parere, una forma di maltrattamento. Sia quelli elettrici, il cui utilizzo è illegale, che quelli alla citronella, mettono in atto un effetto doloroso o fastidioso ogni volta che vengono attivati dall’abbaio del cane. Se pensiamo che l’abbaio in questi casi è un sintomo di ansia, punire tale manifestazione non farà altro che peggiorare lo stato ansioso sottostante. Il cane non manifesterà più il suo disagio con l’abbaio, ma avremo peggiorato il problema con conseguenze ancora più gravi.

 

ansia da separazione

Guardate l’espressione pentita…

A chi rivolgersi per superare l’ansia da separazione nel cane?

L’unica figura in grado di fare diagnosi, escludendo eventuali disturbi fisici sottostanti, e proporre una terapia mirata è il Medico veterinario esperto in comportamento, a cui bisognerebbe rivolgersi fin dalle prime avvisaglie del problema per poter risolvere il disagio prima che inevitabilmente peggiori. Il medico, in seguito ad un’accurata visita, che di solito dura circa due ore, valutando eventuali concause fisiche concomitanti, formulerà una diagnosi e prescriverà una terapia, che non è necessariamente costituita da farmaci, ma potrà prevedere l’utilizzo di strumenti inerenti per esempio la medicina non convenzionale, sempre affiancato ad un percorso riequilibrativo, spesso in collaborazione con un istruttore, figura professionale differente dall’educatore, in grado di interagire con il medico nel percorso prefissato.

 

ansia da separazione

Altro esempio di cane pentito…

Quindi l’ ansia da separazione nel cane è un insieme di sintomi che hanno cause da identificare diverse in ogni individuo?

Sì, le distruzioni che un animale può effettuare quando lasciato solo o i vocalizzi eccessivi sono  solo la punta dell’iceberg, occorre individuare con cura il bandolo della matassa per poter accogliere la sua richiesta di aiuto e farsi carico del suo disagio. Non esistono ricette preconfezionate in grado di risolvere in pochi giorni il disagio, ogni animale e ogni nucleo familiare è a sé e il percorso terapeutico dovrà inevitabilmente essere formulato in maniera specifica, richiedendo tempo e impegno anche da parte dei familiari.

 

ansia da separazione nel cane

 

Ecco, questo è importante perché molti proprietari cercano soluzioni confrontandosi con chi ha lo stesso problema e cercando soluzioni fai da te. Invece anche in questo caso ci vuole una diagnosi!

Approfondimento:

La Medicina evolve e attualmente le interazioni tra Microbioma (insieme di microrganismi che convivono con noi interagendo in moltissimi modi, eventualmente faremo un altro post specifico) e animale ospitante sono profonde e molteplici, tanto è vero che si parla di asse intestino-cervello o si considera l’intestino come il secondo cervello.

In questa ottica più ampia anche l’alimentazione può entrare nella terapia formulata per riequilibrare il sistema.

Personalmente credo che non si possa più approcciarsi alla Medicina senza considerare la correlazione tra le varie componenti del nostro organismo. La PNEI (Psico Neuro Endocrino Immunologia) è infatti una branca della Medicina che studia le interazioni tra mente e corpo, nelle sue differenti specializzazioni. Tutto è collegato e non è possibile pensare che un’alterazione di un organo o di un apparato non influisca su tutto il resto. Anche le terapie proposte hanno effetti più o meno marcati su Mente e corpo, dobbiamo esserne consapevoli e conoscere queste differenti interazioni per poterle prevedere e, se possibile, ridurre.

 

 

Bhè…che dire di più! Sei stata chiara e gentilissima come sempre! Grazie infinite Annarita da parte mia e di tutti i followers di Amica Veterinaria per queste preziose informazioni sull’ansia da separazione nel cane!

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ansia da separazione nel cane

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